Torniamo a Roma virtualmente con Urban Tales attraverso un artista che è passato a trovarci nei nostri studi milanesi proveniente proprio dalla capitale, stiamo parlando di Lord Madness, l'”Heath Ledger” del rapper italiano.
Si chiama proprio così, “Heat Ledger”, il suo ultimo album di cui abbiamo parlato durante l’intervista ma siamo partiti dalla nascita della sua passione per il rap: “è cominciato tutto grazie a un disco, ‘Bigger and Deffer’ del quale mi piaceva molto la copertina. Andavo in giro per posti dove non vendevano musica commerciale, ero stimolato da qualcosa che non avevo ancora focalizzato e quindi andavo per copertine. Ho trovato questo disco di LL Cool J con una copertina che mi ricordava casa mia. Poi quando ho messo play si è aperto un mondo“.
Si definisce un ex collezionista di vinili: “poi arrivano le bollette e i vinili comunque costano” ha scherzato Lord Madness.
Poi la passione si sviluppa non solo dal punto di vista dell’ascoltatore ma anche dal punto di vista del fare rap: “Ero stimolato a tal punto che volevo farlo anche io. Mi ricordo che la prima volta che ho provato a fare freestyle era sulla base dei Cypress Hill. Facevo le rime e riuscivo ad andare a tempo”.
Heat Ledger: l’album di Lord Madness diviso in due parti
Il suo ultimo album ha due facce, un’idea nata dal racconto di una parte più personale e una dal punto di vista più artistico. “C’è un black humor che sa di sofferenza dietro la risata di Joker” ha raccontato Lord Madness in riferimento ai momenti bui della sua vita dovuti all’abuso di psicofarmaci.
“Mi sono sentito molto legato a Heath Ledger tanto da dedicargli il nome del mio album. Molti mi dicono ‘sei un fesso, potevi fare due album’ e invece ho scelto di farne uno solo diviso in due parti” ha spiegato il rapper a urban tales prima di esibirsi live con un pezzo del suo ultimo lavoro discografico.
Questo e tanto altro nell’intervista integrale a Urban Tales a cura di Andre Tarri disponibile su YouTube.