Ok è la parola con la quale Andre Tarri inizia ogni nuova puntata di Urban Tales, un vero e proprio mood, come il mood dell’artista che ci ha raggiunti da Roma: Poli Ok.
“Poli” è l’abbreviazione del suo cognome, “l’ok c’è sempre stato, fin da prima che iniziassi a fare musica” ha spiegato l’artista.
Ma la passione per questo mondo inizia dalla batteria: “Mio padre ascoltava tanta musica rock, da lì ho iniziato a suonare fin quando mi sono distaccato e sono andato verso un altro genere“. Questo genere è il neomelodico al quale Poli Ok si è avvicinato da ragazzo: “tutti ascoltavano napoletano e quando sentivo quelle melodie della voce che apprezzavo tanto, ho cominciato a cantare“.
Come è cambiata la scrittura di Poli Ok
La scrittura è arrivata ancora dopo, grazie ad alcuni album come “Dentro una scatola” di Mondo Marcio. “Non ascoltavo la trap ma il fratello di un mio amico mi propose di fare quel genere che non conoscevo. Non avevo idea di cosa stesse succedendo fin quando abbiamo provato a scrivere una canzone“.
“I temi che trattavo erano molto duri, poi ho capito di non voler dare quei messaggi” ha raccontato Poli Ok rispetto ai testi delle sue canzoni che nel tempo sono molto cambiati.
Un divenire quindi che l’ha portato ad essere l’artista che è oggi e che si è raccontato nell’episodio integrale di Urban Tales disponibile su YouTube.