Puff Daddy: in un’intervista, aveva previsto il suo arresto

Forse per scherzo, ma ci aveva visto lungo. In una vecchia intervista, Puff Daddy previde che le sue feste leggendarie lo avrebbero messo nei guai con la legge. Ora, dopo il suo arresto per traffico sessuale e racket, le parole di Diddy sono riemerse.

Puff Daddy: le parole premonitrici

Nella video intervista rilasciata nel 1999 a Entertainment Tonight, Puffy disse che gli avrebbero impedito di organizzare i suoi party e che, probabilmente, lo avrebbero arrestato proprio a causa di questi. Diddy affermò che le sue feste erano solo un modo per abbattere le barriere tra persone di ogni tipo:

«Non mi daranno nemmeno un permesso per le feste, amico. Non vogliono più che organizzi le feste. Ma non ci fermeremo, continueremo a divertirci, a riunire persone di ogni tipo. Sentirete parlare delle mie feste, le chiuderanno, probabilmente mi arresteranno, faranno tutti i tipi di cose folli solo perché vogliamo divertirci.

Ogni volta che porti un elemento diverso nell’ambiente delle persone, cose che ampliano gli orizzonti delle persone, queste si sentono intimidite. Ci sono molte persone là fuori che si sentono intimidite da questo. Non è altro che abbattere le barriere razziali, abbattere le barriere generazionali. Sono persone di ogni tipo… Ron Perlman che parla con JAY-Z, capisci cosa intendo?».

Diddy: i party “Freak Off”

Le feste di Diddy hanno effettivamente portato al suo arresto lunedì 16 settembre 2024, quando è stato accusato di traffico sessuale, racket e trasporto per scopi di prostituzione. Più precisamente, a metterlo nei guai sono i “Freak Off” che secondo l’accusa, sono “spettacoli sessuali elaborati e prodotti che Combs organizzava, dirigeva, durante i quali si masturbava e, spesso, registrava elettronicamente“, coinvolgendo anche lavoratrici e lavoratori sessuali. Tuttavia, nella vecchia intervista, ovviamente, Puff Daddy non è stato così preciso.

I procuratori federali di New York hanno presentato un’accusa formale contro il magnate, accusandolo di aver costretto donne a fare sesso con lavoratori e lavoratrici sessuali per soddisfare il proprio piacere. Secondo l’accusa, Puffy avrebbe usato violenza, droga, minacce e ricatti per costringere le donne a partecipare a queste sessioni sessuali. Il 54enne è anche accusato di aver trasportato i sex worker attraverso i confini statali e internazionali per queste feste, con una rete di collaboratori che, presumibilmente, lo avrebbe aiutato a compiere e nascondere i suoi crimini.

Secondo i procuratori, le perquisizioni da parte della Sicurezza Nazionale nelle case di Diddy a Miami e Los Angeles, nello scorso marzo, hanno portato alla scoperta di varie prove dei “Freak Off, inclusi filmati di questi festini sessuali e oltre mille bottiglie di olio per bambini e lubrificante. Tra gli oggetti rinvenuti, le forze dell’ordine hanno sequestrato anche armi da fuoco e munizioni con i numeri di serie abrasi.

Diddy, Puff Daddy
Diddy. Fonte: pagina Facebook di Diddy

Puff Daddy: le accuse

La querela, depositata presso il Distretto Meridionale di New York, descrive una lunga lista di presunti crimini che risalgono almeno al 2008. Diddy viene accusato di essere stato verbalmente, emotivamente, fisicamente e sessualmente abusivo nei confronti di diverse donne, nessuna delle quali è identificata per nome. Le accuse di abuso fisico includono “colpire, prendere a pugni, trascinare, lanciare oggetti contro e prendere a calci” le sue vittime. Sebbene non menzioni specificamente Cassie, l’accusa cita l’aggressione alla cantante nel marzo 2016 in un hotel di Los Angeles, di cui è emerso un video all’inizio di quest’anno.

L’accusa di racket, invece, riguarda una serie di crimini che Diddy e i suoi associati, descritti come Combs Enterprise, avrebbero commesso e cercato di nascondere. L’accusa afferma che la Combs Enterprise avrebbe violato le leggi sul racket attraverso rapimento, incendio doloso, corruzione, intimidazione dei testimoni, lavoro forzato, trasporto a fini di prostituzione e possesso di droga con l’intento di distribuirla. Secondo l’accusa, coloro che hanno facilitato il comportamento criminale del dirigente musicale includono “personale di sicurezza, personale domestico, assistenti personali e supervisori di alto rango“. Diddy si è dichiarato non colpevole delle accuse e rimarrà in carcere fino al processo, poiché due volte gli è stata negata la cauzione.

Puff Daddy
Puff Daddy. Fonte: pagina Facebook di Puff Daddy

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Donato Cerone
Donato Cerone

Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.
Creativo con i numeri, razionale con le idee.

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