Loge racconta il suo nuovo EP con CRVEL, “Limbo”

Il rapper toscano Loge e il producer veneto CRVEL uniscono le forze nell'EP "Limbo", che ha ospite Nitro. Loge si racconta nella nostra intervista.

Loge, rapper classe 1994 originario di Viareggio, ha appena pubblicato insieme al produttore musicale CRVEL “Limbo”, un nuovo EP per Gold Leaves Academy che segue di circa un anno e mezzo l’uscita dell’album “Misteria“.

Anticipato dai singoli “Skyline“, “Spettro” e “San Lorenzo“, “Limbo” è composto da sette tracce in cui Loge & CRVEL ospitano cinque artisti: Nitro, Dj MS, Doll Kill, Drimer e Jangy Leeon.

I testi compongono un viaggio introspettivo e crudo che affronta temi come la disillusione e la ricerca di autenticità e ha un punto di vista critico verso la società. Loge dimostra di avere consapevolezza e si mette a nudo invitando gli ascoltatori a liberarsi da un limbo esistenziale, guardandosi dentro senza dipendere dal giudizio esterno.

Le musiche dell’EP sono tutte curate da CRVEL, artista classe 2000 originario di Camisano Vicentino (VI), che negli ultimi anni si è fatto notare tra i produttori musicali più originali collaborando con con la giovane cantautrice indie-pop Schiuma e con vari rapper, tra cui Nitro, Rayan & Intifaya, Drimer, il collettivo di freestyler FEA e Loge, appunto.

Abbiamo fatto qualche domanda proprio a Loge per capire meglio come sono nate questa collaborazione e le tracce di “Limbo”.  

Come hai conosciuto CRVEL e come è nata la vostra sintonia artistica e umana?

Ho conosciuto CRVEL qualche mese dopo essere venuto a contatto con Dj MS e tutta la realtà di Gold Leaves Academy. È uno dei beatmaker di riferimento della label e, a parer mio, uno dei produttori più originali e ispirati che ci sono in circolazione. Sia a livello umano che artistico ci siamo trovati fin da subito molto bene, abbiamo parecchi interessi in comune, ascoltiamo praticamente la stessa musica e siamo completamente avvolti dalle stesse influenze.

Anche in questo EP l’immaginario dei tuoi testi è cupo, oscuro. Da cosa dipende questa caratteristica?

Dipende sicuramente da me, dalle esperienze che hanno segnato la mia vita e la mia crescita, sia artistica che spirituale, e probabilmente anche da una mia grande passione per tutto ciò che è stato oscurato, occultato. Poi sinceramente penso ci siano già troppi artisti che brillano, e che mostrano quanto sia meraviglioso oggi essere ricchi e giovani in Italia, io sono qua per mostrare altro. Il Limbo.

Visto che spesso nei tuoi pezzi parli chiaramente di ansia, inadeguatezza, più in generale di malessere, quanto ti aiuta la musica a liberarti da questi stati d’animo?

Vorrei rispondere che mi aiuta moltissimo ma oggi non mi va di essere bugiardo: mettere in musica i miei pensieri è sicuramente uno sfogo fondamentale per me, mi permette di alleggerire notevolmente il carico ma sfortunatamente, o per fortuna, non basta.

Quando da ragazzino mi tormentavo di pensieri mi sentivo dire: “non preoccuparti, crescendo passerà tutto, le ansie e le insicurezze svaniranno”, da adulto ho imparato che possiamo solo imparare a conviverci. Maledico i miei sbalzi di umore, la mia ansia, il mio sentirmi inadeguato in più contesti ma allo stesso tempo queste sensazioni negative sono benzina per la mia fiamma e cibo per i miei demoni.  Li amo, li detesto, ma non posso farne a meno per continuare a creare.

Nel brano con Nitro dici “Non sono qui per accettare compromessi”. Ti riferisci al tuo approccio al mercato musicale o a qualcos’altro?

Mi fa piacere che vi siate soffermati su questa frase, perché riassume perfettamente il messaggio che sta alla base di tutto ciò che scrivo. Personalmente non sono disposto ad assomigliare a nessuno se non a me stesso, voglio essere e manifestarmi per quello che sono senza indossare maschere.

Questo pensiero veicola ogni mia azione e influenza totalmente il mio approccio alla musica e alla scrittura, non mi troverete mai in posti o situazioni in cui non vorrei stare solo per convenienza, e non mi vedrete mai parruccare i “fenomeni” del momento con la speranza di arricchirmi rincoglionendo i giovani. Non ci posso fare niente, è una mia reazione naturale, anche al senso di inadeguatezza e al malessere di cui parlavamo nella domanda precedente.

Come è stato suonare davanti al pubblico di Nitro quando hai aperto le sue date? Che sensazioni hai provato?

È stato pazzesco, non ringrazierò mai abbastanza Nitro per avermi dato la possibilità di stare su quei palchi. Il pubblico ha sempre risposto benissimo ed è stata davvero un’esperienza incredibile. Nei giorni in cui ho avuto la fortuna di partecipare al tour sono riuscito anche a cogliere parecchie sensazioni e a trovare spunti importanti per i brani contenuti in questo nuovo EP. Con Nitro si è creata da subito davvero una bella energia: beccarci di frequente ci ha permesso di stringere anche un rapporto di amicizia sincero che va oltre la musica.

Con Nitro sembri condividere la passione per il metal: ci vuoi raccontare cosa ti piace di questo genere musicale in apparenza così distante dal rap?

Il primo concerto a cui ho assistito in vita mia è stato l’Heineken Jammin’ Festival del 2003 a Imola. Avevo 9 anni e come headliner in quell’edizione suonarono i Metallica. Riuscii a convincere i miei genitori (non riesco ancora a capire bene come, visto anche il loro rapporto non troppo pacifico) ad accompagnarmi per vedere il live dei Limp Bizkit che si sarebbero dovuti esibire nel tardo pomeriggio, cosa che non accadde mai… paccarono all’ultimo momento e ci rimasi malissimo.

Tutta questa storiella per dire che la mia prima vera folgorazione musicale l’ho avuta con una band crossover, una band che univa il rap al metal: quel giorno non vidi il concerto dei Bizkit ma mentalmente mi buttai a capofitto nel sogno in cui mi trovo tutt’ora, dire che quella giornata mi ha segnato è realmente riduttivo.

Crescendo poi mi sono avvicinato alla cultura hip hop, inizialmente grazie ai dischi di Eminem fino alla scoperta del rap italiano che mi ha veramente stordito e fatto dire ok, non sono più solo, anch’io posso dire che esisto. Concludendo: se ogni tanto all’interno dei miei brani ho la fissa di unire il rap al metal è perché il mio cuore si divide perfettamente a metà tra questi due generi.

Per finire, pensi che da QUESTA collaborazione possa uscire anche un vero e proprio album firmato “loge & crvel”?

Non lo escludo assolutamente, quando io e CRVEL ci becchiamo per fare musica andiamo sempre a botta sicura, si crea sempre l’energia giusta per colpire e arrivare al risultato che ci soddisfa, questo EP ha visto uno studio solo nella fase di mix e master, facciamo tutto a casa mia in spazi e condizioni improbabili, traducendo il nostro caos nella musica che più ci piace, in piena libertà.

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