La musica, un format video, un libro, una rubrica su L’Indipendente e ora anche Sotto Effetto Podcast. Tormento non si ferma mai, accomunando tutto ciò che fa con un elemento: l’approfondimento della cultura hip hop per mettere in luce quello che c’è sotto alla punta dell’iceberg in superficie. Sotto Effetto Podcast è il suo nuovo progetto con il quale ci porta nei meandri del rap game tra aneddoti, riflessioni e pareri suoi e di tanti ospiti.
Sotto Effetto Podcast: i primi episodi di Tormento
Come si può ascoltare nel trailer uscito la scorsa settimana, il presupposto del progetto è quello di passare sotto la lente d’ingrandimento le ombre, che non tutti vedono, accanto alle luci del jet set. L’esperienza personale è l’espediente narrativo per scavare nel passato, capire il presente e immaginare il futuro. È la visione di chi nella musica ha trascorso trent’anni e l’arricchisce con il punto di vista degli addetti ai lavori. Nei primi due episodi, appena usciti, Torme affronta le tematiche della violenza e dei soldi.
Episodio 1: Il fascino della violenza
Nell’episodio 1, dal titolo Il fascino della violenza, Tormento parte dal ’96 e dall’universo gangsta, toccato con mano a Los Angeles nei giorni in cui Tupac venne sparato, fino ai momenti nei quartieri napoletani di Secondigliano e San Gaetano. Chilometri di distanza che sembravano pochi metri. Il rap e la veemenza, la delinquenza e l’associazionismo come guida per l’onestà. Il tutto guidato da una domanda: cosa ci affascina della violenza?
Le regole delle gang americane sono simili a quelle della mafia italiana per Tormento. Secondo il rapper, l’Italia non ha ascoltato le sue radici per sviluppare un mindset capace di superare le difficoltà della vita di strada, come il problema delle baby gang. Tormento accusa l’economia mondiale che alimenta le disparità sociali e che hanno la rabbia come conseguenza, ma quella rabbia non è descritta per forza in termini negativi: può essere uno stimolo per cercare la retta via e migliorarsi, una spinta a reagire quando un evento ci travolge. In una sua osservazione dice:
«La rabbia nasce da una particolare sensibilità che se viene urtata ripetutamente porta a reazioni, spesso, spropositate».
Tra le varie considerazioni, viene trattato anche l’eterno dilemma tra l’esempio che i rapper possono dare ai giovani e la responsabilità della famiglia nell’educazione. Nei contenuti sui social, spesso, i ragazzi emulano i rapper e quella violenza che viene raccontata. Nel podcast vengono a galla due aspetti contrastanti: seppure la probabile emulazione non può essere motivo per tarpare le ali alla creatività, bisogna avere consapevolezza che le persone possano decidere di seguire quanto viene raccontato in una canzone o in un post sui social. Questo contrasto, per Tormento, trova la soluzione nella funzione salvifica della musica, nella capacità di narrare emozioni per fare ordine nella mente sia dell’artista che dell’ascoltatore.
Tutto il racconto viene sviluppato in un dualismo che guida tra gli aspetti positivi e quelli negativi della violenza: dalla società che schiaccia al rap che libera: dal rap che non riesce a uscire dalle briglie della violenza alle canzoni che fotografano in rima quelle brutte realtà; dal problema dell’irruenza spontanea al raziocinio che pesa parole e azioni; dai contesti difficili alla trasformazione dei problemi in arte.
Per rispondere alla domanda iniziale, l’episodio si arricchisce con i contributi di Luchè, Ciro Buccolieri (CEO e manager di Thaurus Records), Macko (tattoo artist) e Big Fish.
Episodio 2: Fare i soldi
«Soldi, potere, rispetto | I primi due senza il terzo ti rendono un sospetto», rappava Tormento in una canzone con Dj Fede e proprio da qui parte il viaggio in questo secondo episodio di Sotto Effetto Podcast dal titolo Fare soldi.
Anche stavolta, i primi passi della puntata muovono dalle esperienze personali di Tormento con il primo grande successo dei Sottotono, La mia Coccinella, tra i passaggi in radio di Albertino e una villa su tre piani costata 8 milioni di lire. Spesso, la fama e i soldi sono il miele per le api-rapper di oggi, al contrario di quanto avvenne in passato, ai primi tempi dei Sottotono, quando era impensabile il binomio rap-successo.
La necessità di pensare fuori dagli schemi e aprirsi al mix di generi diversi viene messa subito in chiaro da Tormento, cosa che non avveniva in passato e che non ha portato al suddetto successo nei primi anni ’90 se non con Jovanotti che, appunto, fu il primo a discostarsi dal rap più puro per ampliare la propria musica. Il parallelismo con i giorni nostri si amplifica menzionando la viralità dei contenuti social che spesso non porta alla monetizzazione del successo, stessa cosa per la musica che non sempre prevede tutte le figure professionali utili per fare soldi, per creare un proprio business. Un filo che collega passato e presente adattato ai mezzi odierni.
La creatività e il messaggio dentro alla musica devono essere tenuti in vita dai soldi. Il denaro è un passaggio fondamentale per far vivere la musica, gli artisti devono tenere ben presente le abilità imprenditoriali per sostentarsi. Non è così scontato per chi è un giovane spinto dalla passione, come Torme e Fish che seppure all’inizio avevano raggiunto sogni e successi, si scontrarono subito contro la realtà che non paga. Emblematico, in questo senso, è l’intro di Quei bravi ragazzi, Pt. II nel quale Torme si chiedeva il motivo per cui gli spettavano solo pochi spiccioli per le sue canzoni, definendo con la parola “fame” il successo musicale.
Parlando di business non può non essere menzionata l’Area Cronica, una crew diventata etichetta discografica. Per i Sottotono fu una scelta di cuore che poi si è dimostrata economicamente insostenibile. Il patrimonio e la gestione delle entrate devono basarsi su una stabilità emotiva per avere lucidità mentale e calma. Il buon lavoro fatto in campo artistico, poi, si può tradurre in una sponsorizzazione con dei brand: è una conseguenza che non bisogna confondere con il business principale (la musica) per non rischiare di perdere quanto di buono è stato fatto.
Secondo Tormento, a livello mentale è difficile non diventare schiavi del personaggio creato, soprattutto se non è in linea con la vita che il rapper vive ogni giorno. Questo vale ancor di più per i più giovani che, a volte, si trovano a inseguire delle mode solo per ottenere soldi e successo difficili da gestire. Basta un attimo per cadere e sperperare tutto. L’artista è tale quando l’arte che esprime lo coinvolge al 100%, anche a livello di pubblico in quanto le persone riconoscono se le emozioni espresse sono vissute realmente o meno. Tormento definisce il denaro con queste parole:
«I soldi sono energia, semplicemente energia ed è la definizione che trovo più azzeccata. Se non li hai, puoi contare solo sulle tue forze, sulle tue idee, sulle tue azioni. Ingegnati, reinventati, credi in te stesso. Guarda il cielo e cerca le stelle cadenti, ma non aspettare che i soldi cadano dall’alto, perché non succederà».
Un altro passaggio importante, in questa puntata, è quello che riguarda le persone intorno all’artista. Come per la vita di tutti i giorni, è fondamentale coltivare i rapporti costruttivi con persone che ispirano. Non importa svolgere la stessa professione, ciò che conta è imparare aspetti positivi dagli altri. Bisogna riconoscere il valore umano indipendentemente da quello economico.
In questo secondo episodio sono presenti gli skit di Esa, Max Brigante, Guè e Giovanni Valle (editore di Thaurus Records).
Sotto Effetto Podcast: il progetto
Sotto Effetto Podcast, nel nome, riprende i titoli dei primi tre album dei Sottotono ed è proprio grazie alle esperienze di quel periodo che mette le sue radici creative attraverso la scrittura di Tormento con la collaborazione di Matteo Politanò, co-autore di RapCiclopedia. I due episodi analizzati sono i primi di una serie di sei che usciranno ogni martedì nei quali saranno presenti anche J-Ax, Danno, Giorgia, Tiziano Ferro, Coez, Izi, Ensi e Shablo. Il montaggio e le musiche sono affidate a Roofio (con le rime di Tormento), il progetto è stato curato da Viola Afrifa per la produzione di OnePodcast.
Sotto Effetto Podcast può essere ascoltato sull’app di OnePodcast, sull’app di Radio Deejay, su Spotify e su tutte le principali piattaforme digitali.