Baby Gang: chiesti 3 anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno

Continuano le vicende legali. Se da un lato la sua carriera musicale sta andando a gonfie vele, dall’altro il percorso di Baby Gang con la giustizia italiana è ancora in salita. Per il rapper sono state richieste delle misure di prevenzione che, inevitabilmente, metterebbero un freno anche alle sue attività artistiche.

Baby Gang: le richieste della Questura e della Procura di Milano

La Procura di Milano ha chiesto tre anni di sorveglianza speciale per Baby Gang a cui si aggiunge l’obbligo di soggiorno su proposta della Questura di Milano. Istanze del genere a suo carico furono già rigettate dalla sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale. Nel giugno 2022 i giudici di Milano non accolsero la sorveglianza, spiegando che Baby Gang non era socialmente pericoloso, poiché fino ad allora il suo certificato penale aveva un unico precedente per fatti commessi all’età di 15 anni.

Stavolta potrebbe non essere così. Nelle richieste per Baby Gang, già ai domiciliari con braccialetto elettronico nei mesi scorsi, sono state considerate anche le due precedenti condanne di primo grado ovvero quella del gennaio 2023 per una presunta rapina a mano armata a due ragazzi e l’altra, ricevuta a novembre dello scorso anno, per una sparatoria in via di Tocqueville a Milano, vicenda nella quale venne condannato anche Simba La Rue.

Baby Gang
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Baby Gang: le dichiarazioni spontanee e le parole del giudice

Davanti ai giudici della Sezione autonoma misure di prevenzione, che saranno chiamati a decidere, il rapper ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee, affermando di essere una persona diversa ora e sottolineando le situazioni difficili nelle quali ha vissuto:

«Sono cambiato, non ho mai sgarrato una prescrizione, ho fatto volontariato e non ho sbagliato nulla, solo le persone che ho frequentato in passato. Pesa il mio nome “Baby Gang”, la vittima sono io, arrivo da una situazione non facile, sono cambiato e volevo andare a Sanremo quest’anno».

Dopo aver ascoltato le dichiarazioni spontanee, la giudice Maria Gaetana Rispoli si è rivolta al rapper, evidenziando l’onere di essere un modello per i suoi tantissimi ascoltatori:

«Lei deve dare il buon esempio, non il cattivo esempio, lei ha una grandissima responsabilità, la ascoltano milioni di ragazzi e io le faccio la paternale. Non la pistola, non le armi, non la cocaina, perché lei ha la possibilità di cambiare la mentalità, lei è riuscito a fare di tutto, trovi un modo».

Baby Gang
Baby Gang

Baby Gang: la richiesta dell’avvocato

Dopo l’intervento del pm Maurizio Ascione, l’avvocato di Baby Gang, Niccolò Vecchioni, ha chiesto ai giudici di ascoltare nella prossima udienza il ragazzo che sarebbe stato ferito con una pistola a pallini dal rapper nella sua casa lecchese alla fine dello scorso gennaio. Baby Gang ha sempre definito quella vicenda come una risposta di legittima difesa a un’aggressione da lui stesso subita. Tuttavia, per questo episodio, i giudici hanno aggravato la misura cautelare agli arresti domiciliari connessa al processo per la sparatoria anzidetta.

Per quest’ultima vicenda l’appello inizierà il prossimo 4 giugno, il procedimento in cui si deciderà sulla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, invece, è stato rinviato al 20 giugno.

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Donato Cerone
Donato Cerone

Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.
Creativo con i numeri, razionale con le idee.

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