Geolier: le parole del rapper sull’aggressione a un suo fan

Una serata finita molto male. Mentre si trovava in discoteca per una serata del rapper napoletano, un fan di Geolier ha subìto un’aggressione da parte di un bodyguard del locale.

Geolier: una serata finita male per un fan

Andare in discoteca tra musica, amici e l’attesa per vedere il proprio artista preferito dovrebbe essere un’esperienza indimenticabile. Tuttavia, per un giovane studente palermitano di 22 anni, la notte in cui aspettava di vedere Geolier si è trasformata in un incubo. Il ragazzo è stato vittima di un’aggressione da parte di un bodyguard del locale mentre tentava di scattare una foto al cantante. Un episodio che ha suscitato indignazione e portato Geolier stesso a intervenire per chiarire la sua posizione.

Il ragazzo era al Just Me di Porto Cervo (l’ex Just Cavalli), uno dei locali più esclusivi di Porto Cervo, in Sardegna, quando si è verificato l’incidente. Era una serata come tante altre, con la differenza che quella notte l’attenzione era tutta rivolta all’arrivo di Geolier, il rapper napoletano che sta scalando le classifiche musicali in Italia. Il giovane, insieme ai suoi amici, aveva prenotato un posto nel privé del locale, sperando di avere l’opportunità di vedere da vicino il suo idolo e magari scattare una foto ricordo.

Secondo il racconto dell’avvocato del ragazzo all’ANSA, tutto è avvenuto rapidamente. Uno dei ragazzi avrebbe cercato di prendere il cellulare e immortalare il momento dell’arrivo di Geolier, ma prima di poter fare qualsiasi cosa, sarebbe stato colpito violentemente al volto da un addetto alla sicurezza del locale:

«I ragazzi pensavano di trascorrere una tranquilla serata nel locale, quando si è diffusa la voce che stava arrivando il cantante Geolier. Quando l’artista è arrivato, qualcuno del gruppo di amici ha messo le mani in tasca, forse per prendere il telefono cellulare e da lì sono stati aggrediti, in particolare il mio assistito, che è stato colpito al volto. Non era stato palesato in alcun momento. il divieto esplicito di scattare foto nel locale o fare video».

L’aggressione è stata così brutale che il ragazzo è stato costretto a recarsi al pronto soccorso di Olbia, dove gli è stato diagnosticato un trauma al volto con una prognosi di 9 giorni. Nonostante siano passati alcuni giorni dall’incidente, il giovane continua a soffrire di dolori alla mandibola, come riferito dall’avvocato:

«Si tratta di una prognosi provvisoria, perché il ragazzo ha ancora difficoltà a muovere la mandibola e ora che ha fatto rientro in Sicilia della famiglia verrà sicuramente sottoposto ad ulteriori controlli medici».

Geolier
Geolier

Geolier: la presa di posizione del rapper

L’episodio non è passato inosservato e ha sollevato un polverone sui social media e tra i fan di Geolier. In particolare, uno degli amici del ragazzo aggredito, ai microfoni di PalermoToday, ha espresso tutto il suo sdegno per quanto accaduto. Secondo lui, non c’erano divieti espliciti nel locale che impedissero di scattare foto e non è stato dato alcun avvertimento prima dell’aggressione. Il ragazzo ha anche riferito che, subito dopo l’incidente, uno dei bodyguard si è avvicinato al gruppo per scusarsi, ammettendo che il collega aveva esagerato. Tuttavia, le scuse non sono bastate a calmare gli animi e la polizia è stata chiamata sul posto per raccogliere le testimonianze e avviare le indagini:

«Inspiegabile. Eravamo già nel privé mentre Geolier è arrivato alle 3. Preciso che nel locale non c’erano divieti né qualcuno ci aveva informato del fatto che non si potessero scattare foto. E penso fosse nostro diritto, visto che è un personaggio pubblico. Dopo l’aggressione siamo usciti e abbiamo chiamato la polizia. Si è avvicinato uno di questi addetti alla sicurezza per scusarsi, dicendo che “il collega aveva esagerato“. Poi abbiamo chiamato la polizia».

Geolier, che non ha assistito all’incidente, è intervenuto successivamente per chiarire la sua posizione. Durante un concerto al Parco Gondar di Gallipoli, il rapper de Il coraggio dei bambini ha affrontato la questione direttamente dal palco, affermando che, se fosse stato presente al momento dell’aggressione, non avrebbe permesso che si verificasse una situazione del genere. Geolier ha ribadito il suo affetto per i fan e, pur riconoscendo l’importanza del lavoro che svolgono gli addetti alla sicurezza, ha sottolineato quanto sia inaccettabile che qualcuno venga maltrattato durante un evento a cui partecipa per divertirsi e incontrare il proprio idolo:

«Stavo a fare festa e mi hanno detto che un ragazzo per farsi una foto con me è stato addirittura picchiato dai buttafuori. Io vivo per i miei fan, per me è una cosa inaccettabile, impossibile, voglio solo spiegarvi una cosa. Noi ringraziamo sempre la sicurezza, capiamo ogni dinamica, sempre, anche se a volte noi artisti siamo un po’ pazzi, però la sicurezza fa sempre il lavoro giusto e non fa mai male a nessuno, se stiamo qua tutti insieme è perché ci sono loro, quindi ci sono modi e modi di fare le cose.

Sicuramente se fossi stato presente quando questo ragazzo è stato preso male, non veniva preso male il ragazzo, ma veniva preso male l’addetto alla sicurezza, sicuramente».

In una Story su Instagram, il rapper ha ulteriormente chiarito che l’addetto alla sicurezza coinvolto nell’incidente non faceva parte del suo team e ha ribadito che non avrebbe mai tollerato un comportamento del genere se fosse stato presente:

«Ho letto un articolo di un ragazzo che è stato schiaffeggiato da un buttafuori di una discoteca dove c’ero io. Dagli articoli penso si capisca che non era del mio team. Non solo. Vi dico anche che se sta roba fosse accaduta davanti a me non l’avrei fatta succedere, anzi, il buttafuori veniva allontanato e il ragazzo sarebbe stato accontentato come faccio sempre, perché Dio solo sa quanto mi piace fare le foto con voi tutti. Alla sicurezza dei locali e dei concerti dico sempre una cosa: occhio che sono i miei fan. Loro ci permetto stare qua».

Geolier, uscite musicali
Geolier. Fonte: profilo Instagram di Geolier

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Donato Cerone
Donato Cerone

Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.
Creativo con i numeri, razionale con le idee.

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