Questo è il suo giorno, ogni anno, ma stavolta le cose si fanno in grande. Come ormai da tradizione, ogni 9 maggio Liberato ci porta una novità. Quella di quest’anno è così importante da arrivare sul grande schermo dei cinema con il documentario Il segreto di Liberato, dopo la presentazione allo The Space Cinema di Napoli.
Liberato: un documentario per accrescerne il fascino
Il 9 maggio 2024 fa il suo esordio sul grande schermo Il segreto di Liberato, un documentario incentrato sull’artista napoletano. No, non è così banale da svelarne l’identità. Il segreto a cui fa riferimento è quanto c’è dietro alla sua musica. Se la sua iconografia è legata a una maschera, quello su cui si vuole fare luce è il progetto artistico sul quale si sorregge il suo successo.
La pellicola mette in secondo piano il volto dell’artista con inquadrature e vestiario che continua a nasconderne il viso. Ormai la sua identità non ha importanza, anzi è proprio l’anonimato che – insieme alla città di Napoli che fa da sfondo all’amore narrato nelle canzoni – fa da caposaldo per l’immaginario costruito negli ultimi anni. Già, perché si tratta del classico mistero che affascina, quello che accompagna una voce dolce e moderna, quello che si mette da parte dopo aver rubato l’attenzione, quello che non può cadere per una fugace curiosità.
Liberato: il (non) segreto di Pulcinella
Più che un documentario, la pellicola è stata realizzata come se fosse un romanzo. Se per il suo percorso artistico vengono raccontate le diverse tappe dal 2017, come il primo singolo, i concerti a Napoli, quelli del tour europeo dello scorso anno, i backstage, il team che figura come una famiglia allargata e molto altro, dal punto di vista privato troviamo scene di vita che potrebbero essere state vissute da chiunque. Una parte della pellicola è narrata attraverso i disegni in stile anime con l’estetica di Hayao Miyazaki curati da Giuseppe Squillaci e Lorenzo Ceccotti, in arte Lrnz.
Con questo particolare stile viene attraversata l’infanzia e la gioventù – reale o presunta tale – di Liberato tra la maschera di Pulcinella indossata da bambino (ma non durante il Carnevale), il tempo trascorso con il nonno direttore d’orchestra nella chiesa di Santa Maria di Materdei che suona la canzone napoletana Era de maggio, i caschi dei suoi miti Daft Punk e i poster in cameretta di Diego Armando Maradona e Pino Daniele. Il racconto lascia spazio anche all’amore, che non poteva mancare, con la fidanzata del liceo che chiude la relazione per trasferirsi in Giappone.
È proprio questa relazione che ci riporta nella dimensione che ci ha attratto verso la sua figura: la musica. La pellicola è anche l’occasione per ascoltare il nuovo brano di Liberato che si intitola Lucia (Stay With Me), una dedica, presente nei titoli di coda.
Liberato: siamo un po’ tutti Liberato
Il segreto di Liberato è che dietro un cappuccio c’è molto di più. La pellicola, diretta dal regista Francesco Lettieri, dimostra quanto minuzioso lavoro c’è dietro a questi ultimi sette anni. No, non si tratta di misteriosi complotti di marketing, Industry plant o musica studiata a tavolino dai grossi brand, come spesso si è pensato. Il segreto è una narrativa poetica, sognatrice, dentro la quale ci può essere chiunque e raccontata da una persona qualunque che continua a indossare una maschera come un supereroe, ma che non vuole vestirne i panni.
Il documentario lascia intendere che sotto quel cappuccio c’è una persona qualunque. Il bello della maschera, forse, è proprio questo: lasciare che l’ascoltatore si immedesimi. Con la sua musica nuova, dal sapore internazionale, Liberato ha legato la tradizione napoletana con l’immagine di una Napoli contemporanea, come se fosse un albero che fonda le radici nella tarantella mentre tiene i rami nello slang dei giovani di oggi. L’identità misteriosa è, molto probabilmente, un punto forte che ha bisogno di rimanere tale, ma il segreto svelato oggi è quello che possiamo sentirci un po’ tutti Liberato.