Direttamente dai banchi di scuola, il rapper che è passato a trovarci questa volta su Urban Radio è Fiore Akamono. Proprio così perché Fiore è davvero un “enfant prodige” del rap italiano e da qualche giorno è fuori con il suo ep “Bugie“.
L’avere contenuto, qualità e della roba da dire già così presto, fa la differenza e Fiore Akamono ha appena 18 anno, quasi 19, ed ha alle porte la sua maturità: “Son tranquillo, sono una persona organizzata, questo è un percorso che tutti hanno fatto, passerà anche per me” commenta l’artista.
Lui arriva da Cesena, una città non troppo “rap” secondo il giovane artista: “la storia musicale la stiamo scrivendo adesso” spiega Fiore Akamono.
Bugie: l’ep con i featuring idoli dell’infanzia di Fiore Akamono
“Bugie” è il suo ultimo ep, è come un pugno nello stomaco, è un lavoro intenso, unico colmo di significato e collaborazioni: “È stato fighissimo, ognuno di loro mi ha dato qualcosa durante le sessioni che arrivavano a durare anche tutta la notte, è nato un vero e proprio rapporto con tutti loro oltre alla collaborazione in sé. Poter collaborare con Daytona o Incis è stato incredibile visto che già li seguivo da piccolo“.
“Aver trovato 85 come produttore ha fatto in modo che entrassimo in simbiosi” racconta Fiore sul connubio con il suo producer. “È stato stimolante, io ho un certo sound, ma poter lavorare con persone che hanno idee diverse aiutano a cercare quel qualcosina in più che ti può dare una persona di esperienza ma non solo“. Le loro idee si sono incontrate dopo che Fiore, a 16 anni, convinto dai suoi amici, stava facendo drill, “poi ho capito che il suo era il rap e l’ho indirizzato in quella direzione, ho capito che il suo sound era quello“.
L’origine del suo nome
Sull’origine del suo nome d’arte c’è una storia che viene da quando Fiore Akamono ha iniziato a fare musica: “Mi hanno sempre chiamato Fiore per via del mio cognome, Fiorentino. Poi ho sempre attribuito al fiore una serie di simbolismi dal fiore che deve sbocciare o che cresce con il freddo e il gelo fra le crepe del cemento. Akamono deriva da due parole: aka e mono; quando ho cominciato a far musica presi la mononucleosi e quando sono uscito di casa guarito, la gente ha cominciato a chiamarmi ‘mono’. A me è piaciuto anche per via del significato della parola che è unico“.
Una chiacchierata interessante quella con colui che farà parte del futuro del rap italiano, disponibile in forma integrale su YouTube.