Napoli: la lettera di Geolier per lo scudetto

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La vittoria dello scudetto non riguarda solo la squadra di calcio del Napoli. Per i napoletani, la cavalcata dei ragazzi di Spalletti vale più di un trofeo sportivo: è la vittoria di una città, è il trionfo di un popolo intero che vive quel territorio in pianta stabile o a distanza (come dimostrano i festeggiamenti in tutto il mondo), è il riscatto sociale della gente che vede in quel tricolore un lieto fine da cucire sul petto al posto delle tante critiche extracalcistiche. Geolier lo sa bene e ha deciso di esternare questo suo sentimento con una lettera alla città pubblicata su Rolling Stone.

Geolier: le parole per Napoli

Dai racconti della gente al merito della gente. Geolier festeggia la vittoria dello scudetto, celebrando la bellezza di Napoli e dei suoi conterranei. Parla dei ricordi di Maradona che gli sono stati tramandati, della simbiosi tra le persone e la squadra di calcio, delle giocate di Kvaratskhelia e Oshimen, della favola vissuta come un sogno a occhi aperti.

In questa sua dedica c’è spazio per i sentimenti dei napoletani e dei loro successi che riguardano anche il rap, con il suo disco e quello di Luchè. Nelle sue parole c’è spazio anche per la speranza di vedere un cambiamento per la città e per i suoi abitanti, quelli che ha raccontato nelle sue canzoni, i protagonisti di storie spiacevoli che, a suo dire, oggi sono soprattutto loro ad aver vinto.

Ecco un estratto della lettera:

«Napoli ha vissuto un’annata speciale, è sulla bocca di tutti, è più di tendenza che mai e ha finalmente il successo che merita. Il napoletano è la lingua più cool del Paese, la squadra di Spalletti è una delle più belle d’Europa: spacchiamo, sotto tutti i punti di vista, e questo scudetto è solo la ciliegina sulla torta.

È stato un anno speciale anche per il rap, dalla pubblicazione di un discone come DVLA di Luchè al mio secondo album, Il coraggio dei bambini. Un progetto a cui tenevo tantissimo e in cui mi sono messo a nudo come mai prima. Ho raccontato di ragazzi entrano in galera a vent’anni e, quando escono, hanno già i capelli bianchi, di bambini come me che hanno iniziato a lavorare prestissimo saltando un pezzo di infanzia: mi piace pensare che questo scudetto sia soprattutto il loro.

Io ci ho sempre sperato: so quanto sono forti i napoletani, so che siamo i numeri uno in un sacco di cose, so che di questa città si parla troppe volte nel modo sbagliato. Spero che questo scudetto sia solo il punto di partenza di una storia bellissima: godiamocela, guagliù, ce lo meritiamo».

La lettera integrale è su Rolling Stone.

Geolier, maglia del Napoli con Maradona
Geolier, maglia del Napoli con Maradona

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Donato Cerone
Donato Cerone

Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.
Creativo con i numeri, razionale con le idee.

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