Shade: ferite lievi dopo un’aggressione a Torino

Una brutta vicenda senza gravi conseguenze, per fortuna. Shade è stato vittima di un’aggressione sotto casa sua a Torino. Il rapper ha condiviso la brutta esperienza con un video racconto sui social che ha suscitato scalpore e preoccupazione tra i suoi fan e gli appassionati di rap.

Shade: violenza sotto casa

Da come vengono descritti nelle canzoni d’oltreoceano, dovrebbero essere i quartieri americani quelli più pericolosi, ma per il rapper di Diversamente Triste non è stato così. Come raccontato nella clip pubblicata sui propri canali social, mentre mostrava i segni che l’assalitore gli ha lasciato sul collo, di recente l’artista è stato in America, passeggiando anche tra i quartieri che spesso sono stati teatro di vicende pericolose, come spesso rappato anche dai più grandi MC statunitensi. Tuttavia, per Shade è stata più rischiosa la strada sotto casa nella sua Torino che i block USA:

«Ieri sera sono stato aggredito. La cosa paradossale è che io abbia girato nel Queens, a Brooklyn, ad Harlem a qualsiasi ora del giorno e della notte nell’ultima settimana e non mi sia mai successo nulla. Ritorno in Italia, sotto casa, bam. Questi due loschi individui si sono avvicinati, mi hanno messo al muro e uno mi ha messo la mano al collo e ha iniziato a stringere forte».

Shade
Shade. Fonte: profilo Instagram di Shade

Shade: salvo grazie alla curiosità dei vicini

Il rapper ha cercato di divincolarsi, usando anche la forza come legittima difesa, ma i due aggressori hanno iniziato a inveire verbalmente contro la loro vittima, perpetrando anche il contatto fisico per cercare di evitare che il rapper si desse alla fuga. Per fortuna, le urla hanno attirato l’attenzione dei vicini di casa con i malviventi che, di conseguenza, hanno deciso di darsela a gambe:

«A quel punto mi sono sentito in diritto, in amicizia, di tirargli una castagna in faccia semplicemente per liberarmi, divincolarmi e scappare via, cosa che effettivamente ho fatto. Hanno cercato di sgambettarmi, hanno iniziato a urlarmi cose, poi si sono resi conto che la gente iniziava ad affacciarsi, perché sentiva urlare e sono scappati».

Shade: l’amara conclusione

Si potrebbe pensare che un rapper famoso aggredito abbia fruttato un bel bottino agli aggressori. E invece no. Il buon Shade non è solito flexare bling bling e nemmeno stavolta indossava gioielli costosi. I due malviventi hanno ottenuto soltanto una modesta collanina da pochi euro, come ha sottolineato il rapper:

«È riuscito a staccarmi la collanina che avevo addosso che valeva tipo 40 euro, era più il valore affettivo che altro».

Più che il bottino o le conseguenze fisiche, ciò che ha rammaricato il rapper è stata la lunga procedura per ottenere il supporto delle forze dell’ordine che, in circostanze più gravi, avrebbe potuto complicare la situazione:

«Quello che mi dispiace è che ho chiamato le forze dell’ordine e che ci abbiano messo più di 5 minuti a rispondermi dal centralino a cui ho dovuto spiegare tutta la dinamica, poi mi ha passato le forze dell’ordine a cui ho dovuto rispiegare tutta la dinamica. Che voi direte, sono solo 5 minuti. In una situazione del genere, secondo me sono tanti. Immaginate se mi avessero inseguito con un coltello. Arrivederci e grazie. Per fortuna ne sono uscito solo con qualche segnetto, ma sto bene. Spero che il bro dripperà di brutto con quella collana, magari in una bella cella».

Nonostante lo spavento e la delusione, Shade ha voluto concludere il suo messaggio con un pensiero positivo, ma anche con una riflessione amara sulla sicurezza nelle nostre città:

«Tutto è bene quel che finisce bene. Mi dispiace solo perché non ci meritiamo di girare per strada e che succedano queste cose. Sto bene. Tutto è bene quel che finisce bene».

Shade
Shade

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Donato Cerone
Donato Cerone

Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.
Creativo con i numeri, razionale con le idee.

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