Nell’ultimo episodio di Urban Tales, Rizzo, giovane artista emergente di Campobasso, ha raccontato la sua storia e il suo percorso musicale in un’intervista con Andre Tarri. Classe 2002, Rizzo ha già conquistato l’attenzione della scena musicale grazie al suo primo EP Mi hai visto piangere in un club, un progetto in cui esplora i sentimenti contrastanti che caratterizzano la sua musica.
Da Campobasso a Milano: La ricerca di un sogno
Rizzo ha condiviso la sua esperienza di trasferirsi a Milano appena maggiorenne, portando con sé non solo i sogni, ma anche il peso delle sfide che una carriera artistica comporta. “Non potevo restare in Molise”, racconta, spiegando come la distanza fisica e mentale dal mondo musicale la spingesse a cercare opportunità nella grande città. “Avevo bisogno di sentirmi vicina a quello che volevo fare”.
La musica è entrata nella sua vita sin da quando era bambina, come una vera e propria “arma” per difendersi e conoscere se stessa. Il percorso non è stato semplice, e Rizzo lo racconta con trasparenza, nei suoi brani di cui parla di crescita personale e della sua scelta di dedicarsi alla musica a tempo pieno. “Ho capito che non potevo fare altro, la musica era quello che volevo”.
Le collaborazioni con Emis Killa e il futuro di Rizzo
Un momento cruciale della sua carriera è stato quando Emis Killa l’ha scoperta, offrendole la possibilità di collaborare nel progetto Effetto Notte. “È stato il primo a credere in me”, racconta Rizzo, ricordando quel periodo come un punto di svolta che l’ha portata a firmare con Sony e a lavorare con il suo attuale team. “Era il momento di fare sul serio, e non potevo lasciarmi sfuggire questa opportunità”.
Rizzo ha anche parlato del suo rapporto con i suoi demoni e le ansie che derivano dal percorso artistico, spiegando come sia fondamentale mantenere un equilibrio tra la passione per la musica e la vita personale. “Voglio che la musica mi faccia stare bene, senza farmi andare in sbatti”, racconta, riflettendo su come gestisce le pressioni del settore.
Un EP tra elettronica e introspezione
Nel suo EP Mi hai visto piangere in un club, Rizzo combina sonorità elettroniche e testi personali. Lavorando con produttori come Greg Willen e OkGiorgio, ha saputo fondere la sua voce unica con influenze elettroniche, creando un mix che esplora emozioni contrastanti. “Greg Willen è stato il mio maestro in questo percorso musicale”, afferma l’artista, riconoscendo il contributo del produttore alla sua crescita artistica.
I brani dell’EP, come Per un Milli e Scivolando, raccontano la dualità tra gioia e dolore, ballo e pianto, sentimenti che emergono non solo nelle parole ma anche nei ritmi. La stessa Rizzo afferma di non voler chiudere la sua musica in una singola categoria, ma di esplorare liberamente vari generi e stili.
Rizzo: Un futuro da costruire senza fretta
Alla domanda su cosa consiglierebbe a una giovane aspirante artista come lei, Rizzo ha risposto con saggezza: “Avere fame ma non avere fretta”. La sua esperienza le ha insegnato che il percorso musicale è pieno di ostacoli e sfide, ma con il giusto equilibrio tra determinazione e pazienza, si possono raggiungere risultati concreti.