In controtendenza a favore della legalità. Se spesso nelle canzoni rap si ascolta dell’uso di sostanze stupefacenti da parte degli artisti, questa volta la musica cambia: Revman ha pubblicato il video del brano Rogoredo Trap 2.0, una canzone che esorta i giovani a stare lontani dalla droga, estratto dal suo album di esordio Attraverso me.
Revman: il rap positivo e le critiche negative
Balzato agli onori della cronaca da tempo, Revman è l’alter ego di Sebastiano Vitale, un agente scelto della Polizia di Stato presso la Questura di Milano. Arte e professione non sono separati, infatti si mostra mentre rappa con indosso la divisa, facendosi promotore di quello che lui stesso chiama il “rap della legalità”. Tra gli apprezzamenti non mancano le critiche.
Basta leggere i commenti ai suoi post sui social per notare come sono diverse le persone che giudicano il suo operato come un controsenso, facendogli notare che il rap nasce come musica di protesta anche verso la giustizia e gli abusi di potere che, purtroppo, tuttora vengono perpetrati da alcuni che fanno parte delle forze dell’ordine, come la cronaca ci racconta.
Revman: botta e risposta con Emis Killa
Ciononostante, Revman veste la divisa a suo modo e prosegue per la strada della sensibilizzazione, tendendo la mano ai giovani e agli altri rapper per avere un dialogo costruttivo, come nel caso delle provocazioni di Emis Killa nella canzone La merce più buona – contenuta nell’album QVC 10 di Gemitaiz – in cui rappa:
«Ti stirano di giorno mentre esci dalla questura
Ah, ne ho viste un tot, ormai non è più hip hop
Adesso che anche i cops rappano in divisa su TikTok»
Il poliziotto rapper ha risposto con un video per invitare Emis e chiunque faccia parte della scena rap a unirsi alle sue battaglie per creare un ambiente inclusivo tramite messaggi di rispetto reciproco, amore e speranza. Nella clip, Revman ha sottolineato il suo impegno nei laboratori rap che sostengono e guidano i giovani nelle periferie contro ogni forma di abuso e discriminazione, prendendo allo stesso tempo le distanze dalla violenza e dal sessismo presente in alcune canzoni di Emis Killa con un chiaro riferimento – attraverso uno screenshot – all’esclusione del rapper di 3 messaggi in segreteria dal concerto di Capodanno a Ladispoli per via delle polemiche che lo hanno accusato di sessismo e presunta istigazione al femminicidio tramite l’anzidetta canzone.
Revman: contro la droga con “Rogoredo Trap 2.0”
Con la sua attitudine positiva e non violenta, Revman intende portare consapevolezza nel rap italiano che spesso viene accostato a eccessi e abusi. Lo fa con un linguaggio diretto che tende a mettere da parte i testi rap aggressivi e cruenti, usando la stessa musica come veicolo di cambiamento.
Il brano Rogoredo Trap 2.0 vuole essere un faro che tiene alla larga dalle droghe e allo stesso tempo dona un supporto alle persone che ne sono già coinvolte. Incita a prendere una posizione volta al cambiamento positivo, motiva all’autodeterminazione e al riscatto personale contro la piaga delle sostanze stupefacenti.
Revman: le barre di “Rogoredo Trap 2.0”
In Rogoredo Trap 2.0 ci sono vere e proprie punchline che vogliono spronare i ragazzi sia a schivare le insidie delle droghe che ad avere comportamenti positivi. In particolare, con la barra «Non cambia niente se tu non cambi niente», Revman sottolinea l’importanza dell’agire individuale e la capacità di ritrovare sé stessi. È uno slogan che incita alla forza interiore, ad avere un rinnovato senso di speranza.
Revman mette in luce anche un problema sottovalutato: l’isolamento come conseguenza dell’uso disattento degli smartphone. Emblematica è la barra «Osserva i problemi, alza la testa, togli lo sguardo dal cellulare», un appello a non farsi abbindolare dalle falsità che oggi sono facilmente accessibili, a guardare in faccia la realtà, a mettere attenzione alla realtà a volte scomoda e difficile.
Il modo di parlare diretto è particolarmente evidente nelle frasi che recitano: «Sono ragazzi con un futuro, ma con le spalle al muro, perché la strada gli ha aperto una porta sbagliata facendoli sprofondare nel buio». Sono parole che descrivono una società dura che, spesso, non dà prospettive verso un domani migliore, facendo così una fotografia dei giorni nostri in cui è facile cadere in tentazioni malsane e strade sbagliate.
Se il suo testo può sembrare un rimprovero, Revman precisa che si tratta di un incoraggiamento alla vita con la barra «Non sono qui per farti la morale, ma della vita farti innamorare, perché quando sembra tutto perso, c’è qualcosa ancora da salvare». Ancora la speranza per farla risuonare nella mente di chi si sente perso e intrappolato in situazioni difficili. Il rapper vuol far riscoprire la gioia per le piccole cose, anche nei momenti più bui. Spinge a guardare oltre le apparenze, a riconoscere il valore della vita, a cercare di salvarsi dal tunnel della droga. Niente è perduto, il potenziale per rinascere è sempre presente.
Al di là delle critiche e delle divise, i messaggi di Revman mostrano il rap nel suo vero ruolo: quello di strumento e veicolo di cambiamento sociale. Piaccia o meno, abbiamo bisogno di stimoli positivi, quelli che il rap è chiamato a dare. Le polemiche, anche quelle giuste, meritano un’analisi a parte.