Se negli anni ’80, in America, gli N.W.A. rappavano Fuck Tha Police, oggi, in Italia, è Paky a intonare cori contro i carabinieri. Ovviamente, si tratta di contesti, epoche e motivazioni diverse, ma le conseguenze sono simili: il rapper di Rozzano è stato denunciato dai carabinieri.
Paky: il coro dal palco contro i carabinieri
Il 24 agosto, allo Stadio Francioni di Latina, si è svolto l’Explosive Festival. Tra gli artisti chiamati a esibirsi sul palco dell’evento c’era Paky. Oltre ai suoi brani Auto Tedesca, Sharm El Sheikh, Blauer, Tuta Black e Rozzi, il rapper è stato protagonista di un coro per incitare il pubblico che ha offeso le forze dell’ordine:
«Latina, voglio dire solo una cosa: chi non salta adesso è un cazzo di carabiniere pezzo di merda».
La cosa non è rimasta impunita. Paky, per queste parole, dovrà rispondere del reato di “vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate”. Oltre alla denuncia, potrebbe arrivare il divieto – da parte della Questura di Latina che sta seguendo la vicenda – di svolgere altri concerti in zona. Tuttavia, c’è un precedente: la richiesta di archiviazione della denuncia per vilipendio delle forze armate a carico di Fedez. In questo caso, l’accusa venne sporta da un’associazione guidata da un ex colonnello dell’arma che accusò Fedez per il brano Tu Come Li Chiami contenuto nel mixtape B.C.P.T. del 2010, pubblicato in digital download dall’etichetta Blocco Recordz. In particolare, la strofa incriminata era quella che insultava carabinieri e forze armate che diceva:
«Carabinieri e militari, io li chiamo infami / Tutti quei figli di cani / Tu come li chiami»
L’anno scorso la vicenda venne archiviata con questa motivazione della Procura della Repubblica di Milano: «La canzone Tu come li chiami non ha i connotati del vilipendio ma solo quelli della critica aspra, della provocazione e della ricerca spasmodica della notorietà». Anche il caso di Paky potrebbe finire così?
Paky: i commenti delle istituzioni
Il fatto ha scatenato una serie di critiche da parte delle istituzioni. Il sindaco di Latina, Matilde Celentano, si è dissociata dalle frasi del rapper a nome della città mostrando sostegno ai carabinieri:
«Quanto accaduto durante l’Explosive Festival, che si è tenuto allo stadio Francioni di Latina nella serata di giovedì, è inaccettabile. Per il massimo rispetto che la comunità di Latina nutre nei confronti del corpo dei Carabinieri, come rappresentante delle istituzioni e a nome di tutta la città esprimo la massima solidarietà agli uomini e alle donne dell’Arma, prendendo nettamente le distanze dalle frasi pronunciate nei loro confronti. Alcuni di loro, tra l’altro, erano al concerto e sono stati offesi gratuitamente mentre erano al servizio della comunità».
Anche il prefetto di Latina, Maurizio Falco, condanna le parole di Paky, sottolineando che il gesto è andato oltre il tollerabile:
«Siamo di fronte a un grave episodio che rappresenta il superamento di ogni limite. Le parole pronunciate su quel palco sono indegne, anche perché rivolte alle forze dell’ordine che proprio in quel momento, come in tante altre occasioni, stavano rendendo possibile con il loro lavoro e la loro presenza l’evento stesso.
Siamo in un momento storico in cui spesso si assume una posizione di schieramento che può mettere a rischio il costruttivo scambio dialettico. Occorre invece che i giovani, specialmente loro, capiscano che esiste un preciso limite che non può essere superato e che, oltre questo limite, non c’è più possibilità di tutela».
Sulla vicenda è intervenuto anche il senatore e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini, che ha definito Paky sopra le righe in un modo che va oltre l’educazione e il rispetto:
«Frase del rapper intrisa d’odio e in alcun modo ironica o divertente. Rientra nelle dinamiche della vita l’essere a volte sopra le righe da parte degli artisti. Questo, tuttavia, non può tramutarsi in un lasciapassare che permette di travalicare i più basilari cardini dell’educazione e del rispetto. Mentre Paky si esibiva, donne e uomini di diverse forze dell’ordine, erano attorno allo stadio per garantire la sicurezza di tutti, anche degli artisti che si stavano esibendo. Mi auguro che anche gli organizzatori dell’evento prendano le distanze da tali affermazioni, in caso contrario non sarebbero in alcun modo scusabili».
Anche da parte del partito Udc arrivano parole di condanna per il gesto di Paky per poi sottolineare la necessità di affrontare insieme a tutte le parti politiche, in futuro, le scelte sull’uso delle strutture pubbliche:
«Comprendiamo le esasperazioni artistiche ma condanniamo fermamente questo linguaggio, è stato un attacco gratuito ad una delle istituzioni che garantiscono la libertà di tutti e la convivenza civile, i nostri carabinieri. La concessione dello Stadio comunale per un evento del genere stride con i nostri valori. E ci spinge a chiedere maggiore condivisione nelle scelte che si operano nell’uso di infrastrutture pubbliche».
Explosive Festival: l’assenza di Geolier
Gli headliner della serata dovevano essere Paky e Geolier, ma se il primo ha scatenato polemiche per le parole pronunciate, l’altro sta facendo parlare di sé per quello che non ha detto. Infatti, il rapper napoletano non si è presentato sul palco. L’organizzazione dell’Explosive Festival, con un post su Instagram, ha fatto sapere di aver ricevuto un certificato medico di Geolier alle 22:30 della sera in cui sarebbe dovuto esibirsi. Contemporaneamente, la label Thaurus aveva annunciato l’assenza del rapper, escludendo ogni responsabilità degli organizzatori.
Seppure gli spettatori stiano chiedendo il rimborso del biglietto, l’organizzazione del festival ha comunicato – sempre su Instagram – che tutte le persone paganti avranno il diritto di partecipare gratuitamente alla prossima edizione del festival.