Non si fermano le iniziative per festeggiare i 50 anni dell’Hip Hop in Italia. Questa volta se n’è parlato a Varese, terra in cui l’Hip Hop ha mosso passi importanti in questo mezzo secolo. In occasione del Festival Glocal, il festival del giornalismo di Varese, sono scesi in campo per raccontare e confrontarsi su questo mondo, alcuni dei nomi più esperti in Italia fra cui Esa aka el presidente.
“50 anni di musica Hip Hop, generazioni a confronto”, questo è il nome dell’incontro che si è tenuto venerdì scorso, 10 novembre, nella sala Varese Vive, appunto a Varese, per creare un dibattito sul genere sempre più diffuso, ancora protagonista anche fra i giovanissimi che hanno dimostrato di essere molto ferrati e attenti anche su chi ha fatto la storia da 2pac a The Notorius B.I.G.
Le testimonianze: da Esa all’improvvisazione dei giovani in sala
Ospite d’eccezione, Esa, fondando gli OTR (Otierre) oltre che di tanti altri progetti musicali, ha dialogato col pubblico alla ricerca di un vero e proprio confronto, in particolar modo con i ragazzi presenti in sala, curioso di ascoltare la loro visione sull’argomento. Non sono infatti mancati i momenti musicali, dall’ascolto di alcuni dei successi degli Otierre, come “Rispettare L’Aroma feat. La Pina” , fino al live e l’improvvisazione di chi aveva due barre scritte sulle note del telefono e ha voluto condividerle al pubblico di giornalisti e appassionati.
“La musica è stare insieme e l’Hip Hop è sempre stato tutto questo: una cultura inclusiva nata dalla strada”
Esa
A moderare l’incontro Fabio Kaso, rapper e produttore, altro esperto del settore, che insieme a Esa ha un forte legame con Varese, dove i due sono nati artisticamente. Kaso, attraverso la lettura di passaggi di diversi libri legati all’Hip Hop – come “Rapciclopedia” del fratello di Esa, Tormento – , e all’ascolto di alcune pietre miliari del mondo Urban, ha condotto il viaggio attraverso l’evoluzione di questo movimento culturale, dalle sue radici fino ai giorni nostri.
Fondamentale la testimonianza di Andrea Di Quarto, giornalista e storico dell’Hip Hop, che con la sua penna ha tracciato una linea temporale di come è nato questo genere, dalle strade di New York fino ad oggi.
A rappresentare invece la nuova generazione c’era Marco, in arte Totò, che ha parlato di quello che è l’ambiente Hip Hop a Varese oggi. Non un ambiente facile ma che sta cambiando così come questo movimento in generale, come abbiamo più volte detto, che sta diventando alla portata di tutti o insomma di molte più persone rispetto a un tempo.
Una cultura inclusiva in cui usare le parole per raccontare
Del resto, come ha sottolineato Esa “l’Hip Hop ha creato nel tempo tanti posti di lavoro che altrimenti non esisterebbero ma ha anche colmato un gap unendo persone diverse fra loro“. È un po’ quello che succede anche oggi, momento storico in cui le nuove generazioni possono sembrare molto diverse da quello che questo movimento era un tempo ma in fondo l’Hip Hop è sempre stato questo: una cultura inclusiva nata dalla strada in cui l’obiettivo resta usare le parole per raccontare qualcosa, spesso relativo al proprio ambiente.
Il pomeriggio si è concluso con uno sguardo al presente, un momento estremamente importante per l’Hip Hop che arriva su palchi un tempo impensabili, tipo Sanremo, sbarcando quindi nelle case di tutti; un momento in cui l’Hip Hop, dopo 50 anni, resta ancora protagonista, conquistando sempre più persone e generazioni.
