Sono passati quasi trent’anni, ma le reazioni sono sempre le stesse. Anche nel 2023, Maria Maria degli Articolo 31 allieta i fan e suscita polemiche. Questa volta, a puntare il dito contro è la redazione de Il Giornale che accusa J-Ax di inneggiare alla marijuana davanti a un pubblico di ventenni solo per ottenere consensi. Il rapper, dal canto suo, non è stato indifferente e ha risposto nel suo stile per argomentare la sua tesi e biasimare la classe politica.
Articolo 31: la risposta di J-Ax e il biasimo verso i politici
Ci sono artisti di poche parole e tante note (come disse Alex Britti sul palco durante un concerto), invece altri intervallano le canzoni con dei monologhi. Tra questi ultimi c’è J-Ax.
Durante la tappa del tour estivo nella città di Alba, il frontman degli Articolo 31 ha risposto alle critiche mosse da Francesca Galici, una redattrice de Il Giornale, che in uno dei suoi editoriali ha attaccato il duo. Secondo la giornalista, J-Ax – in particolare – ha caldeggiato la legalizzazione delle droghe leggere davanti al pubblico della seconda edizione di Love Mi, l’evento benefico organizzato da Fedez.
Ax, senza mezze misure, ha esposto la questione tra ironia e serietà, facendo riferimenti alla canzone che termina proprio con la parola “legalizzala” e colpevolizzando la politica per una visione retrograda rispetto ad altri Paesi:
«Hai visto che il mondo del fashion aveva proprio ragione? Gli anni ’90 sono tornati di brutto. Lo capiamo da tante cose, no? Dai vestiti che i ragazzi indossano, dalla musica in radio e dal fatto che Il Giornale ci dedica editoriali contro, perché parliamo di marijuana. Sembra di essere tornati indietro, no?
Una settimana fa mi sveglio e leggo, infatti, questo articolo dal titolo “J-Ax e quel ‘legalizzala’ di troppo per cercare consenso tra i ragazzini”. Consiglio anche a voi di leggerlo, ma vi spoilero alcuni dei passaggi più intensi, perché non posso resistere. Iniziamo: “J-Ax, eterno adolescente di 50 anni, dal palco del concerto di Milano ha inneggiato alla marijuana davanti a un pubblico di ragazzini” e “Il prossimo 5 agosto, il rapper J-Ax compirà 51 anni” e continuiamo con “La voglia di trasgressione, anche dei cinquantenni che continuano a credersi ragazzini, è più forte del buonsenso”.
Ragazzi, cosa devo dirvi. Mi avete beccato, non posso più nasconderlo. È vero. Avete fatto lo scoop, lo ammetto, ho cinquant’anni. Purtroppo sono stato colpito da una malattia che si chiama “vita” e ho raggiunto questa età. Eh, lo so, alla mia età Pier Silvio Berlusconi ne aveva solo 35, ma io sono un essere normale e invecchio.
Ma arriviamo al punto della polemica: io che incito i ragazzini all’uso di droga. Questa è una cosa che può scrivere solo qualcuno che non ha mai visto un teenager nella sua vita. Se c’è una cosa che un 15enne non fa è seguire quello che dice uno che ha l’età di suo padre. Io che urlo ‘legalizzala’ sono uno spot progresso vivente contro l’uso della droga negli adolescenti, cioè la Santanchè dovrebbe assumermi come testimonial per una campagna, la chiamiamo “Open To Non Fumare” con la Monna Lisa con una canna in bocca che le passo io.
No, signori de Il Giornale, “legalizzala” non era rivolto agli adolescenti fra il pubblico, ma ai boomer che ancora oggi, nel 2023, andando contro praticamente tutto il mondo occidentale, sono ancora bloccati a un proibizionismo anacronistico da anni ’30. Le uniche persone che oggi sono contrarie alla legalizzazione della marijuana hanno chiari interessi a mantenere inalterato uno status quo criminale e il fatto che anche la sinistra non abbia mai fatto nulla a questo proposito dovrebbe farci preoccupare tutti.
Potremmo fare un bel referendum, perché abbiamo capito che siete dei pavidi e che nessuno vuole prendersi la responsabilità politica di un cambiamento del genere, ma neanche quello ci vogliono fare fare. Negli Stati Uniti l’uso ricreativo della marijuana è legale in 23 Stati. Se consideriamo che pure quella medica, che da quelle parti vi viene prescritta per mali tipo l’unghia incarnita, la ganja è legale in 38 Stati su 50. Ragazzi, è completamente legale pure nello Utah, i mormoni che indossano le mutande magiche sono più avanti della classe politica italiana.
Poi nell’articolo c’è anche scritto “si dovevano limitare a cantare solo la canzone”, tra l’altro, ragazzi, la canzone finisce con ‘sto cazzo di urlo da sempre, dal 1994, ce l’hanno detto quando l’abbiamo fatto a Sanremo, non è che lo aggiungiamo di volta in volta, è proprio così.
Quindi, sì, io urlo legalizzala perché, per parafrasare Zerocalcare, questo mondo non mi renderà cattivo, ma questo Paese non mi renderà coglione. Quindi, Jad, volevamo dire una cosa a tutti quanti, a tutta Italia: legalizzala!»
Articolo 31: le accuse per Maria Maria sono cosa vecchia
Non è la prima volta che gli Articolo 31 vengono accusati per Maria Maria e, forse, questa non sarà nemmeno l’ultima. Oltre al botta e risposta dopo il suddetto articolo su Il Giornale, le querelle più eclatanti furono due: quella di Sanremo e l’altra a Domenica In.
Alla 73esima edizione del Festival della canzone italiana, la polemica è nata dopo la serata dei duetti nella quale gli Articolo 31 e Fedez si sono rivolti direttamente alla presidente del Consiglio Meloni dicendo: «Giorgia, legalizzala». Da questo appello è arrivata la risposta negativa degli esponenti della maggioranza che, con fermezza, hanno deprecato l’uso della marijuana. In particolare, il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, disse:
«Il nostro governo non legalizzerà mai la cannabis e nessun tipo di droga. Riteniamo che sia una droga a tutti gli effetti e che possa provocare seri problemi a chi la consuma. Troppi ragazzi la usano abitualmente persuasi da un mondo culturale e artistico che la dipinge ingiustamente come una sostanza innocua».
Il secondo polverone riguarda un’esibizione a Domenica In nel 2001. Durante la puntata della trasmissione, gli Articolo 31 ricevettero il disco di platino per l’album Greatest Hits e proposero un medley di brani tra cui c’era anche Maria Maria. Lo show aizzò alcuni politici che minacciarono di ricorrere ad azioni legali contro Rai 1 mentre l’Osservatorio sui diritti dei minori disse che la trasmissione divenne lo sponsor delle tossicodipendenze. Inoltre, il presentatore Carlo Conti prese le distanze dall’esibizione, scusandosi col pubblico, dissociando la trasmissione dal messaggio lanciato dagli Articolo 31 e sottolineando la contrarietà di Rai 1 alla legalizzazione delle sostanze stupefacenti.
Gli Articolo 31 risposero con un comunicato stampa che sottolineò la volontà di non essere strumentalizzati e l’ideale di libertà personale che caratterizza il gruppo, oltre a evidenziare che fino ad allora il pezzo venne trasmesso più volte in TV e in radio:
«Riteniamo che il nostro passaggio a Domenica In di ieri 11 febbraio abbia rappresentato la base per una discussione che esula dal contenuto stesso di una canzone (“Maria Maria”) che noi Articolo 31 abbiamo da 6 anni rappresentato più volte in televisione (anche su Rai 1), e in tutte le radio.
Non vogliamo essere strumentalizzati e siamo pronti ad argomentare i nostri punti di vista, ma non gli schieramenti, anche perché, secondo la nostra opinione, ogni essere umano pensante ha la proprietà privata ed esclusiva del suo corpo e della sua mente.
Ci pare, inoltre, che la serena atmosfera con cui siamo stati accolti a Domenica In e la cordialità di Carlo Conti siano state purtroppo turbate da un processo alle intenzioni svoltosi altrove».
A questo esposto degli Articolo 31, l’etichetta discografica del gruppo aggiunse che gli autori di Domenica In erano a conoscenza dell’esecuzione del brano, avendo a disposizione la scaletta con tutte le canzoni e i testi.
Articolo 31: il senso della polemica, anche se questa polemica un senso non ce l’ha
Ha senso accusare ancora gli Articolo 31 per Maria Maria? Si tratta di un pezzo di quasi trent’anni fa scritto da ventenni che racconta, con ironia, uno spaccato di vita dei ventenni. È inutile tentare di nascondere la polvere sotto il tappeto, la cannabis è presente nella vita di tante persone, direttamente o meno.
Oggi la canzone riproposta dagli Articolo 31, con l’esperienza dei 50enni, sottende un significato più ampio che guarda alla legalizzazione della marijuana come un’opportunità più che un diletto giovanile, pertanto è giusto che se ne parli, che avvenga una critica costruttiva, che nasca un dibattito, indipendentemente dal fatto che si possa essere concordi o contrari.
Non è nemmeno giusto dire che questo fare sia un modo per dare più possibilità a Mr. Nice, lo shop che tratta prodotti a base di cannabis light e di canapa, del quale J-Ax figura come socio e ideatore di una sua linea di prodotti in quanto quel business è ben avviato da anni e può essere svolto legalmente come tanti altri del suo genere.
Quindi no, parafrasando Vasco Rossi, non ha senso trovare un senso a questa polemica, a meno che non stimoli uno scambio di opinioni in grado di portare un beneficio alla collettività.