Se prima non sono bastate tre date, ora non sono sufficienti nemmeno dieci. I Club Dogo sono tornati e sono pronti a riempire anche lo stadio San Siro.
Club Dogo: il concerto alla Scala del calcio
Se il silenzio lungo quasi dieci anni – fatta eccezione per il pezzo Status symbol che li ha riuniti, seppure non sotto il nome del gruppo – è stato assordante per molti, adesso è il momento di fare non rumore, ma musica secondo il loro stile iconico per la loro città. A Milano non solo si terranno i live al Mediolanum Forum che prima erano tre e poi dieci (tutti sold out in poche ore), ora c’è un nuovo e prestigioso appuntamento nel capoluogo lombardo: il 28 giugno 2024 i Club Dogo suoneranno allo stadio San Siro.
Poche ore dopo l’uscita del nuovo e omonimo disco, il trio ha annunciato il concerto che si terrà alla Scala del calcio organizzato da Vivo Concerti e Friends & Partners. I biglietti saranno disponibili da sabato 13 gennaio 2024 alle ore 14:00. Nuovo live, nuovo sold out?
Club Dogo: (quasi) da dove eravamo rimasti
«Il sogno di ogni zanza si è avverato», come dice Guè. Hanno esaudito un desiderio che ogni anno, negli ultimi dieci, viene espresso puntualmente da qualcuno. I Club Dogo sono tornati e non sembra passato un giorno dal 2014. O forse sì. È un disco lontano dagli ultimi periodi di attività del gruppo, piuttosto è un progetto che riesce a condensare quanto fatto in carriera pur suonando in modo fresco e contemporaneo.
Gli anni sono passati, ma il trio è rimasto aderente a quella narrazione di strada e autocelebrativa tipica del Cerbero di cane argentino. Hanno fatto i milly, sì, ma restano legati alla gente, quella comune che ha piantato idealmente una medaglia sul loro petto, identificandosi nelle vesti di chi ce l’ha fatta partendo da zero.
Sono tornati per riprendersi il loro posto di vertice nel rap game, quello che tutti cercano di occupare, ma che nessuno può ricoprire per via di quello status iconico che Guè, Jake La Furia e Don Joe hanno creato a suo tempo. C’è anche spazio per l’emblematico rimo da quando dell’ex Guercio. Tra citazioni e riferimenti, tecnicamente sembra di leggere un manuale di rap. Flow, metriche, produzioni e addirittura scratch: è tutto perfetto. Sembra scontato, ma non lo è mai quando c’è il ritorno di qualcosa che è stata troppo grande per andarsene senza una parola.
Nel disco non c’è spazio per la nostalgia, è soltanto un treno rimasto fermo in stazione che ha ripreso la corsa, quella che farà prima fermata al Mediolanum Forum e poi allo stadio San Siro, un viaggio in quella Milano che raccontano e di cui si fanno portavoce tra le nove zone, tra le cose dette e taciute, tra i posti radical chic – come la Triennale, luogo in cui hanno suonato per la presentazione del disco la sera prima dell’uscita – e le periferie. «Dogo is back», speriamo per restare almeno quanto la prima volta.