Urban Friendz – Intervista a Fata: «Gli artisti possono aiutare i ragazzi»

Una sfida all’interno di un contesto inimmaginabile. Dopo la partecipazione a Nuova Scena, il talent show in chiave rap di Netflix, Fata torna ai nostri microfoni per parlarci della sua esperienza.

Fata: un’opportunità per dimostrare il proprio valore

Ormai, qui da noi è di casa. Stavolta, con la nostra Alessandra Bellotti per il format Urban Friendz, Fata ha ripercorso le sensazioni vissute nell’edizione italiana di Rhythm + Flow:

«È stata un’esperienza veramente indimenticabile, la rifarei 10mila volte. Ho avuto tanti consigli che mi hanno fatto veramente crescere a livello artistico, ma, devo dire la verità, anche a livello personale. Ho conosciuto delle persone meravigliose, ci siamo trovati tutti benissimo».

Sul rapporto con i giudici, la rapper di Bagages ha riconosciuto l’importanza degli spunti offerti da Geolier, Rose Villain e Fabri Fibra, ammettendo lo stupore nell’essere scelta proprio da quest’ultimo:

«Sono persone come noi che hanno vissuto questo percorso con altre opportunità prima di noi, quindi sapevano benissimo l’emozione che stavamo provando e le prove da affrontare. Ci hanno dato tutti quanti consigli utili, veramente. Il mio giudice era Fabri Fibra, è stato veramente assurdo, una cosa che non pensavi mai di fare nella vita».

Per Fata, Nuova Scena è stata una prova nella quale contava dimostrare le sue skill:

«Sono arrivata là e l’unica cosa che pensavo era “dai il meglio che puoi”. Avevo così tanta adrenalina dentro, ero super carica che non ho proprio pensato a chi avevo davanti. Ho dato tutta me stessa, anzi in quel momento lì era come una sorta di sfida, perché dovevo per forza ottenere quello che volevo. È stata proprio una bella esperienza».

Fata
Fata

Fata: le storie degli artisti e degli ascoltatori

Oltre al lato artistico e professionale, durante lo show c’è stato spazio anche per il dolore personale. Prima di salire sul palco milanese, Fata ha partecipato alle selezioni di Roma. In quel momento, ha raccontato il dolore per la perdita di sua madre, mettendo a nudo i suoi sentimenti davanti alle telecamere. Per la rapper il vissuto di un artista può essere un ponte con gli ascoltatori per tendere loro una mano nei momenti difficili:

«Non è stato facile aprirmi al pubblico in quel modo, però penso che un artista non debba essere egoista con la sua storia e il suo vissuto, perché è proprio l’artista colui che, grazie al suo vissuto e alle sue esperienze, può aiutare i ragazzi che hanno vissuto la stessa situazione e che non hanno un modo per esprimerlo, non hanno nessuno con cui parlarne. Io vorrei essere un punto di riferimento per quei ragazzi che hanno quella situazione».

Fata
Fata

Fata: credere nel proprio talento prima di tutto

Donne nel rap game? Per Fata non si tratta di genere, ma di talento e voglia, anzi il fattore femminile può anche diventare un plus in un contesto fatto di tabù e di tanta presenza maschile:

«Sicuramente un minimo di pregiudizio c’è. Secondo me, una persona, che sia donna o uomo, che ha del talento e crede davvero in quello che fa arriva a prescindere da quello che ha nei pantaloni. Nel 2024 essere donna risulta anche un po’ un privilegio. Essendoci così tanti uomini all’interno del rap game, essere una donna è uno spicco: se la sai usare questa roba, secondo me, ti può portare molto avanti ed è quello che che sto cercando di fare».

A proposito di talento, l’artista ha riconosciuto le capacità di Elmatadormc7. In particolare, a colpirla è stata l’esibizione del finalista con Cookies n’ cream insieme a Guè:

«Elmatador mi ha sorpreso nel feat con Guè, perché è stato proprio sul pezzo. Rappare su una canzone che appartiene a Guè è molto difficile, invece lui l’ha fatto con nonchalance. Tanti concorrenti mi hanno sorpreso nel corso del programma. Ragazzi che erano molto più chiusi all’inizio, grazie anche ai consigli dei giudici e a tutto il contesto, si sono sbloccati e hanno fatto uscire finalmente quel loro lato più sciolto. Tutti ragazzi speciali».

Clicca sul link di séguito per guardare l’intervista completa di Alessandra Bellotti a Fata per Urban Friendz.

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Donato Cerone
Donato Cerone

Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.
Creativo con i numeri, razionale con le idee.

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