I.A.: artisti contro l’intelligenza artificiale

Se a Guè fa più paura la stupidità umana che l’intelligenza artificiale, contro l’I.A. è lotta aperta in USA. Più di 200 artisti si sono uniti per proteggere la propria musica dall’intelligenza artificiale.

I.A.: la protesta di Artist Rights Alliance

Nicki Minaj, Metro Boomin e Ayra Starr sono solo alcuni dei nomi che hanno aderito alla protesta. Artist Rights Alliance, una organizzazione non profit gestita da artisti che difende musicisti, cantautori e artisti nel panorama digitale, ha lanciato una campagna per opporsi all’uso dell’intelligenza artificiale nell’industria musicale. L’iniziativa è nata a séguito della sperimentazione di strumenti basati sull’intelligenza artificiale, da parte di alcune aziende del mondo tech, per creare musica.

In una lettera aperta, l’associazione afferma che intende proteggersi dall’uso predatorio dell’intelligenza artificiale che ruba le voci e le sembianze degli artisti, invitando il comparto tecnologico a non minare o sostituire il talento artistico e umano né a negare il giusto compenso per il lavoro che svolgono. Il comunicato di Artist Rights Alliance mette anche in guardia dalla creazione di tecnologie che potrebbero violare i diritti dei creatori e, pertanto, distruggere l’ecosistema musicale.

La lettera è stata firmata da oltre 200 artisti tra i quali ci sono alcuni dei più grandi nomi del rap. Oltre ai suddetti Nicki Minaj, Metro Boomin e Ayra Starr ci sono anche Q-Tip, Chuck D, Benny The Butcher, Dave East, Doechii, Jadakiss, Ja Rule, Hit-Boy e Tech N9ne. Fuori dal mondo hip hop, anche la nostrana Laura Pausini ha aderito alla campagna, così come Camila Cabello, gli Imagine Dragons, Jon Bon Jovi, i R.E.M. e molti altri.

Metro Boomin
Metro Boomin

I.A.: i precedenti con Drake e The Weeknd

Le prime situazioni spiacevoli tra i grandi della musica e l’intelligenza artificiale che ricrea le voci avvennero già lo scorso anno. Nell’aprile del 2023, venne caricata sulle piattaforme di streaming una traccia intitolata Heart On My Sleeve, un dissing verso Selena Gomez (ex ragazza di entrambi) e Metro Boomin, la quale conteneva voci di Drake e The Weeknd create artificialmente. Inoltre, venne diffusa anche una versione di Munch (Feelin’ U) di Ice Spice ricreata dall’I.A. ancora una volta con la voce di Drizzy.

Ad alzare la voce fu Universal Music Group, etichetta con la quale entrambi gli artisti sono sotto contratto. La major chiese ai servizi di streaming, come Apple Music e Spotify, di bloccare l’accesso al proprio catalogo musicale alle intelligenze artificiali, minacciando di prendere provvedimenti per proteggere i detentori dei diritti delle canzoni. In una dichiarazione, UMG riconobbe la responsabilità delle piattaforme di streaming nell’evitare situazioni che danneggiano gli artisti:

«Il successo di UMG è dovuto, in parte, all’adozione di nuove tecnologie e al loro utilizzo per i nostri artisti, come stiamo facendo da tempo con le nostre innovazioni in materia di I.A. .

Detto questo, però, l’addestramento dell’IA generativa che utilizza la musica dei nostri artisti (che rappresenta sia una violazione dei nostri accordi che una violazione della legge sul copyright), così come la disponibilità di contenuti illegali creati con l’I.A. generativa sui DSP, ci fa domandare da quale parte della storia tutti gli attori dell’ecosistema musicale vogliano stare: dalla parte degli artisti, dei fan e dell’espressione creativa umana o dalla parte dei deepfake, delle frodi e della negazione agli artisti del loro giusto compenso.

Questi casi dimostrano perché le piattaforme hanno la fondamentale responsabilità legale ed etica di impedire l’uso dei loro servizi in modi che danneggiano gli artisti. Siamo incoraggiati dall’impegno dei nostri partner delle piattaforme su questi temi, poiché riconoscono di dover essere parte della soluzione».

Quando uscì la canzone di Ice Spice con la sua voce, anche Drake si espresse in modo negativo in proposito. Tramite una Instagram Story, il rapper scrisse che quella era la goccia l’ultima goccia, un parere che trovò il supporto di Universal Music Group, come anzidetto.

Drake, I.A., Instagram Stories
Drake, I.A., Instagram Stories

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Donato Cerone
Donato Cerone

Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.
Creativo con i numeri, razionale con le idee.

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