Il podcast di Urban Radio, Urban Tales, continua a regalarci momenti di grande intensità con le sue interviste. Questa volta il protagonista è Il Kele, artista veneto che ha portato la sua storia e il suo viaggio musicale sotto i riflettori. Con Andre Tarri al microfono, l’intervista esplora il percorso del rapper, dalla sua crescita a Mestre alla sua evoluzione musicale, che mescola sonorità punk e rap.
Mestre: Un Terreno Difficile per il Rap
Il Kele, cresciuto a Mestre negli anni 2000, racconta come il rap non fosse una parte predominante della scena musicale della sua città. “C’erano veramente tre gatti,” ammette, descrivendo la difficoltà di trovare una comunità rap nella zona. Nonostante la mancanza di coesione tra gli artisti locali, Il Kele sottolinea come, negli ultimi anni, la scena musicale si sia lentamente sviluppata. La mancanza di una vera “scena rap” a Mestre ha però spinto Il Kele a esplorare altre direzioni, mantenendo comunque viva la sua passione per il rap, che è rimasta un punto fermo nel suo percorso.
Curiosamente, il suo primo contatto con la musica non è stato solo attraverso il rap. Il Kele ha abbracciato il punk, affascinato dal pop punk dei Green Day e, successivamente, dal punk rock e dal metal. La chitarra ha avuto un ruolo fondamentale nella sua formazione musicale: “Ho suonato molto come chitarrista e anche come cantante. Ho suonato punk, metal, rock” spiega, sottolineando come tutte queste influenze abbiano contribuito alla sua identità musicale. Nonostante le sue sperimentazioni in altri generi, Il Kele non ha mai abbandonato il rap, che ora è tornato al centro dei suoi progetti artistici.
Il Kele: Dal Rap Italiano ai Grandi Maestri
Quando si parla delle influenze musicali di Il Kele, emergono nomi fondamentali della scena rap italiana. Gli One Mic sono stati il suo gruppo preferito, seguiti da Bassi Maestro, i Cor Veleno e artisti di realtà come Unlimited Struggle e Blue Knox. “Mi sono affezionato a Gammon e Mekna, che mi prende molto per l’atmosfera e le liriche” racconta, descrivendo come questi artisti abbiano lasciato un segno indelebile nella sua crescita musicale. Tuttavia, uno dei primi artisti a introdurlo al rap è stato Caparezza, che insieme a Eminem ha traghettato il giovane Il Kele verso il mondo dell’hip hop.
Dietro al nome d’arte di Il Kele c’è una storia personale. “Mi chiamavano Kele a scuola, perché Michele, il mio nome di battesimo, veniva abbreviato così” spiega. In un mondo in cui è difficile distinguersi, Il Kele ha deciso di fare proprio quel soprannome, aggiungendo l’articolo determinativo “Il” per sottolineare la sua unicità. “Non è un Kele, è Il Kele” sottolinea con orgoglio, riaffermando l’importanza di avere un’identità forte e definita nel mondo dell’hip hop.
L’Incontro che Ha Cambiato Tutto
Un momento cruciale nel percorso artistico di Il Kele è stato l’incontro con il suo attuale producer, Alex Moro. “Ero quasi sul punto di lasciare” racconta, riferendosi a un periodo in cui pensava di concentrarsi più sulla scrittura per altri che su progetti personali. Tuttavia, l’alchimia nata in studio con Alex Moro ha cambiato tutto. “Alex ha sentito il mio materiale e ha detto che non doveva rimanere in un hard disk, doveva uscire” ricorda Il Kele. Questo incontro ha portato alla creazione del suo prossimo disco, Diritto di Vuoto, che vedrà la luce nel 2025.
Uno dei momenti più emozionanti dell’intervista è stato quando Il Kele ha fatto un piccolo spoiler riguardante il suo prossimo album. Il disco sarà un concept album incentrato sul “vuoto”, inteso sia come vuoto esistenziale che come vuoto fertile, da cui può nascere qualcosa di nuovo. Il titolo stesso, Diritto di Vuoto, gioca con l’idea che le persone abbiano diritto di riconoscere e accettare il vuoto nella propria vita, trasformandolo in una fonte di creatività.
Riciclo: Un Pezzo Filosofico e Orecchiabile
Il singolo che anticipa l’album, Riciclo, non parla di riciclaggio in senso letterale. Il Kele lo descrive come un pezzo che affronta domande esistenziali, come il destino e il senso della vita. La materia e l’energia di cui siamo fatti, spiega, continuano a esistere anche dopo la nostra dipartita, ricombinandosi in altre forme. Nonostante il tema profondo, Riciclo rimane un brano orecchiabile, grazie a un ritmo scanzonato e immagini ironiche che bilanciano la profondità del messaggio.
Il Kele si conferma un artista poliedrico, capace di mescolare influenze diverse e di dare vita a un sound originale e personale. L’intervista su Urban Tales – disponibile in forma integrale su YouTube – ha offerto uno sguardo intimo sul suo percorso artistico e sulle sue future ambizioni. Non ci resta che aspettare l’uscita di Diritto di Vuoto e dei singoli che lo anticiperanno, certi che Il Kele continuerà a sorprenderci con il suo talento e la sua profondità musicale.