Toomaj Salehi: il rapper iraniano è stato condannato a morte

Il rapper iraniano Toomaj Salehi è stato condannato a morte per il suo coinvolgimento nelle proteste contro il Governo di due anni fa.

Toomaj Salehi: le proteste e la condanna

Nel 2022, il popolo iraniano si trovava in uno stato di agitazione in séguito alla morte di Mahsa Amini, una ragazza arrestata dalla polizia religiosa a Teheran per aver indossato l’hijab non in modo corretto. Condotta presso una stazione di polizia, la giovane è deceduta in circostanze sospette, dopo tre giorni di coma, suscitando l’indignazione dell’opinione pubblica sfociata in una serie di proteste contro la violenza sulle donne.

Il rapper 32enne Toomaj Salehi è stato una delle voci più forti delle manifestazioni attraverso le sue canzoni per appoggiare le proteste contro la morte di Mahsa Amini. Arrestato nell’ottobre del 2022 durante le proteste del movimento Donna, Vita, Libertà, Toomaj Salehi era stato condannato a sei anni e tre mesi di reclusione per “corruzione sulla terra”, un’accusa che copre tutti i reati che il Governo ritiene “minaccino il benessere sociale e politico”.

Dopo oltre un anno in prigione, di cui gran parte in una cella di isolamento, la sua condanna era stata annullata dalla Corte Suprema ed era stato rilasciato nel novembre del 2023. Solamente dodici giorni dopo, però, è stato nuovamente arrestato per aver denunciato in un video le torture subite in carcere.

Alcuni giorni fa, il tribunale rivoluzionario di Isfahan ha annullato la sentenza della Corte Suprema, condannando il rapper alla pena di morte ancora per “corruzione sulla terra”. Anche un altro rapper, Saman Yasin, venne preso in custodia dalla polizia per il suo ruolo nella rivolta di due anni fa, per poi essere condannato a cinque anni di prigione. Inoltre, secondo la testata giornalistica digitale IranWire, Yasin è stato trasferito in un istituto psichiatrico due volte nell’arco di un anno.

Toomaj Salehi
Toomaj Salehi

Toomaj Salehi: la posizione del Club Tenco

Con una nota, il Club Tenco di Sanremo chiede l’immediata liberazione del rapper iraniano Toomaj Salehi:

«La condanna si deve alle canzoni che Salehi ha scritto e pubblicato per appoggiare le proteste contro la morte di Mahsa Amini, uccisa dalla polizia iraniana il 16 settembre del 2022, accusata di non indossare correttamente il velo».

L’associazione ha poi ricordato altre condanne ingiuste da parte di vari Governi nel mondo nei confronti degli artisti, sottolineando l’impegno per il diritto di libera espressione preso con la divisione italiana di Amnesty International:

«Nella primavera del 2020, scioccati dalla notizia della morte, dopo lunghissimi scioperi della fame, di tre membri della band turca Grup Yorum, censurati e incarcerati dal regime di Erdogan, abbiamo deciso di creare, in collaborazione con Amnesty International Italia, il premio Yorum per dare visibilità agli artisti che in tutto il mondo rischiano la propria vita per difendere la democrazia e la libertà d’espressione.

In quella stessa drammatica primavera del 2020, nel carcere egiziano di Tora moriva il giovane videomaker Shady Habash dopo 800 giorni di attesa di processo per aver girato il videoclip di Balaha, feroce satira del dittatore egiziano. L’autore del testo di quella canzone, Galal El-Behairy, è da oltre sei anni rinchiuso nelle carceri del suo Paese, condannato ufficialmente per aver scritto un libro di poesie, The Finest Women On Earth. L’interprete di Balaha, Ramy Essam, voce della rivoluzione di piazza Tahrir e premio Yorum 2020, vive da un decennio in esilio. Anche il compositore e musicista siriano-palestinese Aeham Ahmad, premio Yorum 2023, è dovuto fuggire dal suo Paese per la repressione dei terroristi dell’Isis e del regime di Al-Assad».

Il Club Tenco ha concluso la sua nota chiedendo l’aiuto di artisti e istituzioni per sostenere la liberazione del rapper Toomaj Salehi:

«Non possiamo più tacere. Non vogliamo più tacere di fronte a un’altra, ulteriore condanna di un artista che rischia la vita solamente per aver espresso il suo pensiero in difesa della libertà e della democrazia. Non si può essere ammazzati a causa di una canzone, di una poesia o di un videoclip. Invitiamo tutti gli artisti, la società civile e le istituzioni italiane, europee e internazionali a mobilitarsi per salvare la vita di Toomaj Salehi e chiedere al regime iraniano la sua immediata liberazione».

Toomaj Salehi
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Donato Cerone
Donato Cerone

Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.
Creativo con i numeri, razionale con le idee.

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