“Who Shot Ya?”, se un tempo si pensava fosse un dissing contro di lui, oggi è una domanda più che legittima riguardo alla sparatoria che causò la morte di Tupac. Le nuove indagini in corso potrebbero dare una risposta dopo ventisette anni di incertezze.
Tupac: perché la polizia svolge indagini su Keefe D
Lo scorso mese, la LVMPD (Las Vegas Metropolitan Police Department, ndr) ha eseguito una perquisizione in casa della moglie di Duane “Keefe D” Davis, zio di Orlando “Baby Lane” Anderson ossia la persona che – secondo l’opinione pubblica e, soprattutto, Afeni Shakur – esplose i proiettili che per Tupac furono fatali.
Al di là della parentela con il presunto colpevole, negli anni, Keefe D ha confessato in diverse interviste (l’ultima per il documentario di BET Network) di trovarsi nella Cadillac bianca da cui partirono gli spari verso Tupac, asserendo – in alcuni casi poi ritrattando – di aver consegnato lui stesso l’arma all’esecutore. Oltre alle sue dichiarazioni (a volte precise, altre vaghe), nel 2019 è stato anche autore del libro Compton Street Legend nel quale ripercorre quella tragica notte, ribadendo il suo ruolo nella vicenda.
Durante la perquisizione sono stati sequestrati vari oggetti tra cui computer, hard disk, proiettili, articoli di giornali su Tupac e alcune copie del suddetto libro scritto da Davis. La polizia ha requisito anche delle fotografie scattate negli anni ’90 in cui sono ritratte persone che potrebbero essere collegate direttamente o indirettamente alla sparatoria. Seppure gli investigatori credano da tempo che il colpevole sia probabilmente già morto (infatti, Orlando Anderson venne ucciso nel 1998 durante una sparatoria non correlata con quella in cui venne colpito Tupac), sperano di poter identificare e accusare dei complici.
Tupac: il caso si chiude quasi trent’anni dopo?
Ora sembra che la svolta sia vicina. Anche se le pallottole rinvenute non corrispondono con i bossoli del ’96, secondo quanto riporta il magazine The Sun, gli investigatori della squadra omicidi della polizia di Las Vegas sono ottimisti sul lavoro svolto, poiché reputano di aver raccolto prove a sufficienza per incriminare Keefe D che ora sono al vaglio del Gran Giurì di Las Vegas.Inoltre, viene riportato che l’ufficio del procuratore distrettuale sta esaminando una potenziale accusa di omicidio di primo grado per Keefe D sulla base della legge del Nevada.
La fonte del The Sun ha affermato che le varie dichiarazioni rilasciate da Keefe D l’hanno messo sotto la lente d’ingrandimento, ma sono servite solo come punto di partenza per scavare più in fondo:
«The homicide team did not enter into this investigation lightly. They knew that the world would be watching if they took any action against Keefe. They do not want to make any missteps. One key aspect was building a strong case and file of evidence detailing how Keefe was one of the four suspects in the car, was pivotal in the actual murder, then the destruction of critical evidence.
Keefe’s own words and comments in his interviews and memoir obviously have him as potential murder suspect. But there is a lot more to the case than simply showing a jury those statements. The detectives have been piecing together as much information, evidence and witness statements about Keefe’s role that night and actions afterwards. They have spent months pulling it together and continue to hunt down corroborating evidence and other possible witnesses for the grand jury».
Un’altra fonte ha aggiunto che la polizia spera che si possa arrivare a un procedimento penale, chiedendosi se Keefe D proverebbe a negoziare un patteggiamento:
«We expect for this matter to become a criminal case imminently. Keefe has gloated so much about this that he has effectively talked himself into huge legal trouble. Who knows what Keefe will do. Maybe he might try to negotiate a plea deal. The attention globally on the DA and police department will be extreme».