Se dovessi definire Walino con una sola parola direi “energia”, quella che il rap italiano un po’ ha perso con la sua scomparsa: a causa di una brutta malattia, domenica 16 luglio 2023, il rapper barese è deceduto all’età di 42 anni.
Walino: le periferie e il rap
Lo conobbi alcuni anni fa per un’intervista. Era il 2016, l’occasione fu l’uscita del disco Moh! del suo gruppo, i Bari Jungle Brothers. Un live e un firmacopie – a La Feltrinelli di via Melo, nella sua città – che abbracciò bambini, adolescenti e adulti, poi via, nel retro a chiacchierare. Mi accorsi subito dell’energia che riusciva a trasmettere nelle sue parole e la voglia di diffondere la passione che metteva nella sua musica.
Aveva voglia di fare, di spingersi sempre più in alto mantenendo le radici ben piantate al Sud, nella sua Bari che già aveva iniziato a raccontare anni prima con Ie Chess La Realdà, brano divenuto iconico per i suoi concittadini e apprezzato anche nel panorama nazionale, al punto che il videoclip del pezzo conquistò il primo posto al festival Taglia Corti di Trieste nel 2010.
Il rap era la lingua che usava tanto per raccontare le periferie che per divertirsi o per sputare barre egocentriche. Da Generazione 80 con Clementino a Cheyenne, fino alle più recenti Tempo Perso Mai, Cambia e Lagga Brutto con Ensi, Dj Uncino e Bella Espo, Walino abbracciava diverse sonorità a partire dal boom bap fino ad arrivare alla trap per una sperimentazione continua, senza escludere nessun ascoltatore: come mi disse in quella intervista, “un pezzo per tutti e un pezzo per nessuno”.
Walino: una voce per tante persone
Il rap, per Walino, era anche impegno sociale. Prima con il suo Superwatt Studio e poi con i Bari Jungle Brothers, ma non solo. Walino si impegnava per le persone che vivono la periferia, il suo era un ideale di scambio reciproco. Usava il rap come mezzo per le persone che volevano un’alternativa alla pessima vita di strada, chiedendo indietro dedizione per la musica.
Sono esempio della sua attività nel sociale la co-creazione dell’Accademia delle Arti di Strada, allo scopo di mettere a disposizione dei ragazzi laboratori di musica rap, così come la partecipazione come docente all’Accademia del Cinema Ragazzi nel quartiere Enziteto (l’attuale San Pio).
Oggi Walino non c’è più. Dopo il cordoglio di tanti, ci sarà bisogno di tenere vivo il suo impegno e il suo ricordo che, attraverso la musica, non andrà via mai.