Disney voleva Dr. Dre dopo il successo di The Chronic

Da Casa di Topolino a quella dei rapper. Uno di quei what if che tanto piacciono nei fumetti e nei film sarebbe potuto accadere se, come rivelato di recente, il matrimonio tra Disney e Dr. Dre si fosse concretizzato: infatti, l’azienda era interessata a mettere sotto contratto l’ex N.W.A. dopo il successo del suo primo album da solista The Chronic.

Disney e Dr. Dre: un matrimonio che non s’ha da fare

The Chronic era, è e sarà sempre considerato uno dei migliori album rap di sempre. La qualità indiscussa del disco ha attirato anche Disney, nonostante trent’anni fa fosse concentrata solo sull’intrattenimento per bambini, a differenza di oggi che include anche prodotti per adulti (basti pensare ai film e alle serie TV presenti sulla propria piattaforma, per non parlare dei gadget fisici e dei parchi divertimenti).

All’esordio da solista, Disney ci aveva visto lungo contattando l’artista della West Coast per proporgli un ingaggio. A rivelarlo, di recente, è stato Peter Paterno, avvocato di Dre (nonché rappresentante di vari artisti di spessore, come Beyoncé, Adele e Metallica), in una recente intervista per il podcast Connection is Magic.

Mentre The Chronic stava scalando le classifiche internazionali, raggiungendo le prime posizioni come miglior album hip hop, La Casa di Topolino si stava preparando a offrire a Dre un affare da quattro milioni di dollari. Tuttavia, durante l’incontro con l’allora presidente Michael Eisner, Paterno ha spiegato che avrebbero avuto in squadra un artista dalle grandi abilità musicali, ma che poteva non essere proprio il più adatto alle famiglie. L’avvocato ha spiegato:

«We’d have these music meetings every week with Michael Eisner at Disney, and Michael Eisner came by and he sees the record’s at No. 1 and he goes, “I thought you had a relationship with this guy?” I said, “I do”. He said, “How come we don’t have this record?”, I go, “Well, Michael, let me just read you some of the lyrics… Muthafucka, muthafucka. And you know what this is on the cover? That’s a marijuana leaf”. The deal was $4 million. He goes, “We can’t do that!”, I go, “That’s why he’s not on the label”».

La Disney a quel punto ci ripensò, resasi conto che la musica di Dre fosse piena di parolacce e imprecazioni. Insomma, non molto adatta all’immagine che Disney aveva per le famiglie e per i più piccoli.

Il secondo album di Dre

Dopo questa rivelazione, Peter Paterno ha poi parlato del successivo album di Dre, 2001. Conosciuto anche come The Chronic 2001, il disco portò Dre alla Interscope Records: The Chronic uscì per la Death Row Records mentre 2001 fu pubblicato dalle label Aftermath e Interscope. In proposito, Paterno ha detto:

«To be fair, Jimmy [Iovine, co-founder of Interscope] would’ve probably would’ve gotten it anyway ’cause he was smarter than I was. But I didn’t even try. I mean, to be really honest I had enough problems with hip-hop with Disney».


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Donato Cerone
Donato Cerone

Lucano dal mezzo sangue pugliese (un po' come nel film di Harry Potter, ma senza il principe). Mi occupo di comunicazione digitale, amo l'economia di azienda e ogni forma organizzativa. Mi piacciono le parole, ancor di più se sono incasellate tra gli schemi metrici e le melodie su quattro quarti del rap, quelle della musica rock o del cantautorato. Sono appassionato di supereroi, come quelli dei fumetti che hanno spazio su grande schermo e serie tv, ma nella vita vera preferisco gli sfigati.
Creativo con i numeri, razionale con le idee.

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